"Nidi, sistema integrato per garantire qualità"

L’assessore Grazia Baracchi dopo le polemiche: "Il Piano Zerosei prevede lo sviluppo della Fondazione Cresciamo e di Memo"

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di Paolo Tomassone

"Un sistema integrato cittadino per l’infanzia" che sappia far tesoro del "patrimonio culturale, progettuale e pedagogico" che Modena ha sviluppato negli anni per i servizi educativi comunali, anche grazie alla valorizzazione di "tutte le componenti", anche private, coinvolte nelle politiche educative. È questo il Piano del Comune che ha già suscitato non poche polemiche, anche tra una parte del mondo sindacale. Ne risponde Grazia Baracchi, assessora all’Istruzione, che abbiamo incontrato alla vigilia della discussione in Consiglio comunale della delibera di indirizzi ‘Modena Zerosei costruire futuro’.

Assessore Baracchi, in Comune si parla di rivoluzione del sistema dei servizi educativi, ma da fuori qualcuno l’ha già additato come uno slogan. "Non è una rivoluzione, ma una conferma del ruolo di governance del Comune rispetto al sistema integrato. E non è nemmeno solo uno slogan, però, perché è un Piano per rilanciare la centralità dell’educazione della fascia 0-6 anni in una prospettiva di sostenibilità, qualità e innovazione guardando appunto al futuro. E tenendo conto, oltre che delle dinamiche demografiche, dell’impatto inevitabile che avrà l’emergenza Covid su tutto il sistema".

Infatti, si prospettava un calo delle iscrizioni del nido…

"Un calo che non c’è stato, le domande entro i termini sono state 1.097, lo scorso anno complessivamente 1.094 con circa 200 bambini rimasti in graduatoria in attesa di un posto. Modena Zerosei, nonostante il difficile quadro economico causato dall’emergenza sanitaria e i vincoli nelle assunzioni del personale per il Comune, vuole creare le condizioni per dare una risposta alla richiesta delle famiglie, creando le condizioni per aumentare di una ventina i posti nido già dall’anno educativo che inizia a settembre".

Che fine farà la Fondazione Cresciamo che il Comune ha costituito nel 2012?

"Il Piano Zerosei prevede lo sviluppo della Fondazione Cresciamo, così come del centro educativo Memo. Si prevede la ridefinizione dell’assetto organizzativo della Fondazione, soggetto totalmente pubblico, alla quale verrà trasferita la gestione di due servizi nido, così da poter avviare anche l’attività dei Poli 0-6 nell’ambito del sistema integrato".

Nel piano che presenterete domani in Consiglio avete indicato anche una fase sperimentale. In cosa consiste?

"Grazie alla prossimità tra servizi rivolti all’utenza dell’infanzia si potranno sviluppare, appunto, sperimentazioni come i Poli 0-6, salvaguardando, ove possibile, continuità educativa e didattica. Ma anche altre attività all’insegna di una crescita inclusiva ed educativa, come sezioni aperte e modelli ecologici di rapporto con ambiente e natura, iniziative per l’inclusione di disabili, bambini e famiglie in difficoltà".

Così però si riduce la gestione diretta.

"Ma non il governo pubblico del sistema che, invece, si rafforza. Non possiamo pensare sia pubblico solo ciò che è gestito direttamente dal Comune. È pubblico ciò che è servizio pubblico e il Comune in questo caso ha il compito di governarlo rafforzando, per esempio, il Coordinamento pedagogico di tutto il sistema integrato".

Secondo una parte dei sindacati e qualche forza politica procedendo in questo modo diminuirà la qualità dei servizi.

"Da insegnante non posso pensare, e non lo penso, che chi lavora in una scuola del Comune sia migliore di chi lavora in Fondazione o in un nido gestito da una cooperativa. Alcuni commenti che ho letto mi hanno fatto davvero male pensando alla passione di tante educatrici e di tante insegnanti impegnate nelle diverse scuole del sistema. Oltretutto, possiamo dire che i risultati delle indagini annuali sulla soddisfazione delle famiglie sono sempre confortanti e smentiscono certe affermazioni".

Le differenze contrattuali però ci sono.

"È vero, ma applicando contratti nazionali sottoscritti dai sindacati: è un tema che deve essere affrontato a livello nazionale per garantire una maggiore uniformità tra figure professionali che svolgono lo stesso lavoro. Con il Piano Modena Zerosei, però, vogliamo anche contribuire a superare la precarietà lavorativa. Di fronte ai pensionamenti di personale comunale e nell’impossibilità di garantire tutte le assunzioni che sarebbero necessarie, ne abbiamo comunque previste una decina nell’area scuola, con una particolare attenzione per il coordinamento pedagogico e la possibile stabilizzazione del personale che ne ha i requisiti, mentre altre assunzioni a tempo indeterminato potranno essere realizzate dalla Fondazione Cresciamo".

Non è facile spiegare alle famiglie il funzionamento del Piano, ci può aiutare?

"L’obiettivo del Piano è rafforzare un sistema integrato cittadino per l’infanzia che partendo dal patrimonio culturale, progettuale e pedagogico specifico dei servizi educativi comunali dell’intero segmento 0-6 sviluppato negli anni, sappia far convergere e valorizzare risorse, esperienze e capacità di tutte le componenti coinvolte nelle politiche educative, in cui la funzione centrale del Comune diventa maggiore garanzia di qualità per tutti".

Come siete arrivati a definirlo?

"Abbiamo delineato alcune azioni strategiche. Il percorso partecipato è funzionale a sviluppare un osservatorio sui bisogni dell’infanzia e delle famiglie, a costruire piani per promuovere cultura dell’infanzia, elaborare proposte innovative, ricerche e sperimentazioni. Con il coordinamento dei gestori di servizi 0-6 si dovrà affrontare in modo integrato le questioni relative a qualità, formazione, programmazione in relazione alle domande e ai progetti di sviluppo e innovazione di supporto al sistema. Mentre lo sviluppo del coordinamento pedagogico integrato intende valorizzare i coordinatori pedagogici per elaborare orientamenti comuni, strumenti, azioni per monitoraggio e verifica della qualità; definire piani formativi e di scambio delle esperienze orientate all’innovazione".