Niente scontri al corteo anti-carcere In trecento hanno manifestato inneggiando all’anarchico Cospito

L’iniziativa organizzata dal comitato ’Verità e Giustizia per i morti al Sant’Anna’ si è svolta senza disordini. Città blindata tra il centro e la Sacca, rispettato il percorso caratterizzato da cori, striscioni e musica . .

Niente scontri al corteo anti-carcere  In trecento hanno manifestato  inneggiando all’anarchico Cospito

Niente scontri al corteo anti-carcere In trecento hanno manifestato inneggiando all’anarchico Cospito

di Valentina Beltrame

Hanno manifestato la loro vicinanza ai detenuti, nel ricordo dei 9 morti durante la rivolta dell’8 marzo 2020 al Sant’Anna, e la loro contrarietà al carcere, al 41 bis, all’ergastolo. Sempre al grido di "Alfredo libero", in riferimento all’anarchico Cospito, oggi al 143esimo giorno di sciopero della fame per protesta contro il regime del carcere duro in cui sta scontando la pena. Erano oltre 300 i partecipanti, ieri, al temuto corteo anticarcerario che alla fine si è concluso senza scontri grazie a un’impeccabile gestione dell’ordine pubblico. Nel serpentone partito alle 15 da un piazzale Primo Maggio blindato - con le bancarelle sigillate - c’erano anche una cinquantina di anarchici provenienti da varie province tra cui Bologna, Torino, Trento e Rimini. A parte qualche provocazione verbale alla polizia, con ingiurie e un momento di tensione sul cavalcavia Cialdini in direzione carcere, il corteo è stato pacifico. I manifestanti erano tutti a volto scoperto e fin dall’inizio si era capito che non c’era l’intenzione di mettere ’sottosopra’ la città come accadde il 25 aprile 2019.

"Mettere in discussione il 41bis è un dovere, perché emerge in modo sempre più chiaro come questo regime non sia servito e non serva come deterrente per la lotta alla mafia – spiega Emanuele Falcinelli del comitato ’Verità e Giustizia per i morti al Sant’Anna’ che ha organizzato l’evento – Piuttosto la lotta alla mafia si fa nella società, nell’economia. Anche l’Onu ha sanzionato l’Italia per questo regime. La manifestazione di oggi, oltre a sostenere la necessità di abolire del 41bis, serve anche a ricordare i detenuti morti nelle rivolte nelle carceri italiane di 3 anni fa. Decessi archiviati senza dibattimento. La politica ha cercato di svuotare i contenuti della nostra manifestazione spostando l’attenzione sul grande dispiegamento di forze, sul pericolo del corteo".

Alla partenza è stato esposto lo striscione con i nomi delle vittime nella rivolta carceraria, poi i manifestanti sono partiti rispettando il percorso annunciato. Spiccavano le bandiere dei Cobas, Carc, Potere al Popolo. Davanti il ’semprepresente’ Colby a tenere alto per tutto il percorso (circa 7 chilometri) lo striscione di testa. Passaggio ’liscio’ davanti a una Cgil blindata dal reparto mobile, poi tutti sul cavalcavia Cialdini dove si è registrato qualche secondo di tensione, e arrivo al carcere dove i manifestanti si sono trattenuti per oltre mezz’ora con vari interventi e messaggi di solidarietà ai detenuti. Sul muro di cinta del Sant’Anna la polizia penitenziaria controllava con i binocoli quello che succedeva fuori dove polizia, carabinieri, guardia di finanza e polizia locale hanno mantenuto l’ordine. Quindi il rientro in stazione quasi alle 18 passando per via Delle Suore e via Canaletto, sempre inneggiando a Cospito con tanto di musica. Il camioncino del comitato che apriva il corteo era infatti un palco itinerante. Tra una canzone e l’altra i manifestanti hanno ricordato la tragedia di Cutro e l’invio delle armi per la guerra in Ucraina. Infine l’arrivo in stazione, con i mezzi della polizia che avevano chiuso i varchi al centro storico. Striscioni ripiegati e tutti a casa. "Un plauso alle forze dell’ordine che hanno mantenuto la città al sicuro", è intervenuto il senatore di Fratelli d’Italia, Michele Barcaiuolo.