"No alla chiusura totale, sì al transito alternato"

Le associazioni economiche: "Se occorre, anche lavori di notte per velocizzare". Gli enti di tutela dei consumatori: "Suddividere il cantiere in due tranches"

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Su un punto sono tutti d’accordo: Anas ha annunciato la chiusura del ponte di Sant’Ambrogio per lavori senza dare sufficiente tempo per pensare ad un’alternativa. Le associazioni di categoria criticano molto questo modo d’agire. E c’è anche chi propone un calendario dei lavori diluito nel tempo per ridurre alminimo l’impatto sulla viabilità, come le associazioni di tutela Adiconsum, Adoc, Confconsumatori e Federconsumatori: "Siamo certi che nel tavolo che si è aperto in Provincia saranno esaminate anche altre possibilità – scrivono le associazioni in una nota congiunta – come quella di un cantiere ad alta intensità, che riduca notevolmente i tempi di chiusura e quella del possibile traffico alternato sul ponte. Ma anche valutando, se i lavori non sono davvero urgenti, il possibile rinvio di un anno dei lavori, oppure la sua suddivisione in due tranches, in questa e nella prossima estate, consentendo un approccio meno improvvisato ad un tema rilevante come questo. Nessuno – continua la nota – può mettere in discussione l’impegno, la buona volontà, persino la passione di tutti i soggetti coinvolti, a partire dalla Provincia; un soggetto da encomiare per i limiti economici nei quali si è mossa per anni. Ma qui il problema è il coordinamento, il dialogo, la conoscenza delle iniziative adottate e la discussione attorno a quelle adottabili, a partire dal tema fondamentale della sicurezza stradale. Un confronto che deve essere permanente, e deve coinvolgere anche i soggetti economici, le associazioni sindacali e datoriali, oltre a quelle che rappresentano i cittadini e gli utenti, come le associazioni dei consumatori".

Critiche nei confronti nell’Anas le associazioni economiche: "La laconica missiva con la quale l’Anas ha annunciato la chiusura del ponte di S. Ambrogio per sei mesi – si legge in una nota di Lapam, Cna, Confesercenti e Confcommercio – è testimonianza di una offensiva mancanza di rispetto nei confronti della comunità. È inaccettabile che Anas non abbia prima cercato un confronto per valutare modalità di intervento meno impattanti. Modena, per le sue caratteristiche economiche e geografiche, ha assolutamente bisogno di una rete stradale che consenta spostamenti continui, e senza dubbio il ponte della via Emilia sul Panaro è il più importante snodo per la viabilità locale sull’asse est, tant’è vero che sul quel ponte transitano 25.000 veicoli al giorno. E non si tratta solo di spostamenti legati all’economia: su quella strada ogni giorno circolano 1.500 studenti, limitandoci a quelli di Castelfranco. Queste sono le ragioni per le quali CNA, Lapam, Confcommercio e Confesercenti, condividendo le preoccupazioni manifestate al Prefetto dalle amministrazioni comunali coinvolte, chiedono di valutare la possibilità di evitare la chiusura completa del ponte ricorrendo a lavori notturni o, in alternativa, all’istituzione di un senso unico alternato come avveniva a Bomporto prima della realizzazione del nuovo ponte".

Esprime preoccupazione anche Fratelli d’Italia, che in Regione ha presentato un’interrogazione: "Vogliamo sapere se la Regione intenda al più presto adoperarsi per istituire un tavolo di confronto tra Anas, prefetto, provincia di Modena e Comuni interessati, essendo indispensabile definire al più presto le modalità di gestione della circolazione stradale nei mesi di interruzione della viabilità sulla via Emilia, con la definizione di soluzioni, anche provvisorie, di percorsi alternativi e la valutazione degli impatti sulla viabilità del territorio provinciale e cittadino".