"Noi infermieri subito ‘in pista’ Paura? No, è giusto aiutare"

Alessio Grenzi, fresco di laurea: "Fare questo lavoro è sempre stato il mio sogno Darò il massimo"

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di Vincenzo Malara

Pronti ad andare in corsia per sconfiggere il Covid-19. Da ieri altri 17 neo-infermieri di Unimore (11 donne e 6 uomini) sono a disposizione per contribuire a far fronte alle emergenze del sistema sanitario regionale, messo a dura prova dal propagarsi del Coronavirus. La sessione di Infermieristica si è tenuta con collegamento da remoto, portando complessivamente a 46 i giovani che nell’ultima settimana hanno conseguito l’agognato titolo. Tra loro c’è Alessio Grenzi.

Come ha reagito quando è iniziata l’emergenza Coronavirus e l’università ha sospeso lezioni ed esami?

"Ho pensato che l’interruzione delle attività fosse il provvedimento migliore per salvaguardare la salute di chi lavora e studia all’interno dell’Ateneo. Personalmente non ho avuto timore che slittasse tutto, anche perché nei miei tre anni di università ho avuto modo di notare come Unimore sia sempre riuscita ad organizzarsi nel migliore dei modi per venire incontro alle necessità degli studenti".

Com’è stato prepararsi alla laurea a distanza?

"Sicuramente la preparazione in streaming è stata diversa, meno sentita in quanto è mancato il clima di festa che di solito caratterizza queste occasioni, ma non per questo deve essere ritenuta meno importante. Penso che debba prevalere il saper reagire nel migliore dei modi alle avversità che si presentano, senza lasciarsi trasportare dai cambiamenti".

In che modo vive la possibilità di andare subito in corsia?

"Con serenità. La sessione di laurea anticipata mi ha dato la possibilità di mettermi in gioco e di poter aiutare i colleghi, il personale ospedaliero e le persone nella lotta contro il Covid-19. Non mi spaventa essere coinvolto in questa lotta, perché penso che un infermiere, per quanto drammatica possa essere la realtà, debba sempre farsi trovare pronto ad aiutare chi ha bisogno; fa parte del nostro lavoro".

Perché ha scelto Infermieristica?

"Sin da piccolo ho sempre avuto a cuore la salute delle persone. Il poterle aiutare a stare meglio, anche con piccole azioni, mi faceva sentire bene. Tra la terza e la quarta superiore ho svolto del volontariato al Policlinico. Grazie a quella l’esperienza ho avuto modo di vedere con i miei occhi cosa significasse essere infermiere, cosa significasse stare vicino alle persone e condividere con loro gioie, dolori, sorrisi, pianti. E da quel giorno, senza mai arrendermi, sono arrivato a realizzare quello che è il sogno più importante della mia vita".