"Non ha zittito il gallo" Professionista nei guai

La donna è finita alla sbarra: disturbo della quiete pubblica Il legale: "Se lo avesse fatto sarebbe accusata di maltrattamento"

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E’ stata denunciata per disturbo alla quiete pubblica. La sua colpa? Non avrebbe impedito al gallo di cantare. Ha dell’incredibile la vicenda giudiziaria che vede protagonista una professionista che svolge la propria attività nella nostra città, difesa dall’avvocato Henrich Stove (nella foto). In sostanza, secondo le accuse, l’indagata avrebbe arrecato disturbo ai vicini non impedendo al proprio gallo di cantare. Lo stesso veterinario, consultato in udienza, ha sottolineato come privare della libertà di canto il gallo rappresenta di per sè un reato: quello di maltrattamento verso gli animali. La vicenda trae origine in una classica corte di campagna alla periferia di Parma dove la donna, una professionista 60enne vive insieme alla propria famiglia ma anche insieme ad alcuni animali, tra i quali cani e, appunto, il gallo finito sotto accusa. Tre dei dieci vicini di casa presentano di recente querela contro la proprietaria del gallo accusandola di molestie e disturbo alla quiete pubblica proprio per non aver impedito al gallo di cantare. Il pm richiede l’archiviazione del caso per particolare tenuità del fatto ma il legale della donna si oppone, chiedendo che la denuncia venga archiviata perché il fatto non costituisce reato. "Il reato di disturbo alla quiete pubblica – spiega infatti l’avvocato Stove– presuppone che il disagio sia rivolto ad un contesto di più persone. In questo caso il reato, che per la difesa non può essere considerato tale: la mia cliente non avrebbe impedito un rumore; quindi che il gallo cantasse. Nel corso dell’udienza che si è svolta ieri davanti al Gip abbiamo chiesto appunto che il caso venga archiviato perché il fatto non costituisce reato e il giudice si è riservato. Ci siamo opposti quindi a quella forma di archiviazione perché la vicenda, seppur faccia sorridere, per chi la vive è divenuta una questione di principio dal punto di vista giuridico. Infatti in udienza abbiamo portato il contributo di un veterinario comportamentalista il quale ha sottolineato come i galli debbano poter essere lasciati liberi di cantare e come proibire il naturale comportamento rappresenti un maltrattamento".

v.r.