
Lo storico Teatro delle Passioni
Modena, 18 maggio 2025 – "La dove c’era l’erba ora c’è una città", cantava Adriano Celentano. Là dove c’era il Teatro delle Passioni ora c’è un supermercato... eppure di questa storia sembra non essere rimasta alcuna traccia, almeno a leggere un pannello – collocato all’ingresso della struttura commerciale – che sta creando un’accesa discussione sui social. All’interno del nuovo supermercato Coop, inaugurato in settimana, alcuni cartelli illustrano la storia dell’area ex Amcm, e uno in particolare riguarda la rimessa dei filobus e delle sue trasformazioni: "Nel 1999, dopo la cessazione delle attività operative – vi si legge – l’edificio viene progressivamente abbandonato". "Ma come? Si dimentica completamente che proprio lì, in quell’area, dall’ottobre 1999 per ben più di vent’anni ha avuto sede il Teatro delle Passioni", protestano sui social molti esponenti della cultura teatrale non solo cittadina.
Fra coloro che per primi hanno sollevato il caso ci sono Barbara Regondi e Claudio Ponzana, a lungo ‘colonne’ di Emilia Romagna Teatro e dell’attività teatrale. "Quel cartello è una vergogna – ha scritto Regondi –. Per chi non lo conoscesse, il Teatro delle Passioni è stato un luogo dove hanno lavorato centinaia di persone, un luogo che ha presentato spettacoli di artisti italiani e internazionali, ha accolto il pubblico locale ma anche spettatori da tutta Italia e dall’estero". Tutto cambia, è vero, ammette Regondi, "e ora il Nuovo Teatro delle Passioni ha sede in un altro edificio della stessa area. Tuttavia, per l’arte e la cultura che hanno respirato gli spazi del vecchio teatro, è già difficile immaginarli pieni di zucchine e pomodori, ma leggere la storia di quegli spazi scritta all’interno del nuovo supermercato è inaccettabile".
"Nel maggio del 1999 sono entrato insieme al mio amico e collega Fabrizio Orlandi in questo edificio abbandonato per iniziare il percorso produttivo dello spettacolo ‘La memoria del vino’ di Enrique Vargas – aggiunge Ponzana –. Eravamo entrambi dipendenti di Ert. Da allora e fino al 2017 questo ‘edificio abbandonato’ ha ospitato migliaia di lavoratori e lavoratrici dello spettacolo italiani e internazionali, è stato punto di riferimento nazionale e internazionale della cultura teatrale, è stato sede di una scuola di alta formazione, è stata l’unica realtà viva e attiva in un’area pressoché abbandonata. Sul pannello tutta questa storia è scomparsa". Sui social si moltiplicano le prese di posizione, arrabbiate ma soprattutto amareggiate, di molti esponenti della cultura teatrale: "Vergognoso", scrivono alcuni, "Squallore", aggiunge un altro, "Che male", commenta il regista Nicola Borghesi.
"È una castroneria incredibile visto che proprio dal 1999 l’ex Amcm divenne uno dei più stimolanti centri di cultura della città – scrive Modena Volta Pagina –. Un’esperienza che tante città ci hanno a lungo invidiato e dal cui successo nacque l’idea di attuare, proprio in quel luogo, il Parco della Creatività, sull’esempio delle più avanzate esperienze europee. Purtroppo, dopo molti anni di attesa, una Giunta comunale insipiente ha stravolto quel progetto, riducendolo a una penosa operazione immobiliare.
Dopo aver subito questo inaccettabile disastro cementizio, una vera e propria ferita alla città, chiediamo che si eviti almeno di prendere in giro i modenesi e si tolga subito la beffa di quel grande pannello che mistifica e rimuove una parte importante della recente storia culturale cittadina".