Cosa sposta la nuova giunta regionale negli equilibri del Pd modenese? Intanto i tempi: a meno che non si decida, come a volte in passato è capitato, di convocarla durante le vacanze di Natale, la direzione provinciale che deve definire la road map verso il congresso (in teoria in programma a febbraio) non è stata ancora fissata. Si aspetta evidentemente il completamento del quadro degli incarichi regionali, tra vicepresidenza e commissioni, così da stabilire chi ha vinto e chi ha perso.
Baruffi è in giunta sia per il patto Stefano Bonaccini-Michele de Pascale, ma soprattutto per un accordo Bonaccini-Elly Schlein: l’ex sottosegretario lavora in tandem con Igor Taruffi. Ai due spetta il compito assicurare l’intesa tra i due vertici del Pd a tutti i livelli e in tutte i territori. Baruffi come braccio destro di Bonaccini e responsabile Enti locali nella segreteria nazionale, Taruffi come scudiero di Schlein e responsabile dell’organizzazione del Pd. È in questo patto che i due si sono divisi le responsabilità: Taruffi è uscito dalla giunta regionale per andare a lavorare a Roma a tempo pieno, mentre Baruffi viene confermato in giunta a garanzia di questa sinergia.
Ora, l’ingresso di Baruffi nella squadra di de Pascale ha rafforzato la cordata che fa capo a Bonaccini-Vaccari-Sabattini. Occorre capire in queste ore se e cosa avrà in cambio l’altra metà del cielo, vale a dire Gian Carlo Muzzarelli e Maria Costi. Per Costi si parla di un incarico nell’ufficio di Presidenza: il più importante di quelli disponibili è la vicepresidenza, anche se nell’organo sono previsti anche i ruoli di questori e segretari. Per Sabattini e Muzzarelli sono confermate le indiscrezioni sulla possibilità di ottenere la presidenza di una delle commissioni.
In chiave segreteria provinciale, la sfida che apparentemente sembrerebbe profilarsi è dunque tra Massimo Paradisi (sostenuto appunto da Vaccari, Sabattini, Bonaccini) e Palma Costi (spinta invece da Muzzarelli e Maria Costi). E tuttavia, il convincimento che cresce nel partito a Modena è che la composizione della giunta de Pascale abbia lanciato un messaggio implicito: è ora di andare oltre le correnti.
"Non che non sia stato usato comunque il bilancino eh – è il ragionamento – ma meno del solito e con il coraggio di scontentare in molti pur di perseguire le proprie convinzioni". Diversi circoli e personalità storiche del partito invitano a cogliere quindi le modalità trasversali della costruzione della giunta regionale per superare i soliti schemi. Individuando un amministratore o ex amministratore non etichettabile, in grado di unire davvero tutto il Pd. Sia Palma Costi che Massimo Paradisi quindi sarebbero fuori gioco perché percepiti come espressione delle rispettive ‘fazioni’ e dunque divisivi. Ma chi potrebbe incarnare questa figura mitologica di segretario o segretaria al di sopra delle parti? "L’importante è trovare il criterio e il metodo, il nome verrà dopo. Abbiamo capito che i vertici del partito modenese non hanno nessuna fretta di accelerare sul congresso…", sogghigna chi ne ha viste tante.