"Occupata una stanza su dieci Molti hotel sono ancora chiusi"

Amedeo Faenza (Federalberghi): "Anche per le feste solo visitatori di passaggio, non hanno dormito qui"

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La Pasqua ha portato turisti in città, ma praticamente nessuno si ferma a dormire nei nostri alberghi. Affari per bar e ristoranti, dunque, ma per quanto riguarda gli hotel "siamo ancora molto indietro", spiega Amedeo Faenza, presidente provinciale Federalberghi-Confcommercio. "Siamo al 10% di occupazione e tante strutture sono ancora chiuse. Chi apre deve fare i conti con costi quintuplicati, mancanza di manodopera e troppe camere vuote". Se in questi giorni di festa in effetti qualche turista straniero si è visto aggirarsi nel sito Unesco, purtoppo Modena è una meta da ’toccata e fuga’: "Vengono qui in giornata, magari adesso che la Ferrari ha ricominciato a vincere vanno al Mef o al museo di Maranello, ma poi dormono a Firenze o al massimo a Bologna", dice Faenza. Il trend negativo per gli hotel continua, insomma: "Prima il Covid, ora la guerra e le bollette alle stelle. Le famiglie non pensano di certo alle vacanze. Al massimo si concedono una gita ma senza dormire fuori". Anche gli alberghi dell’Appennino, per Faenza sono per lo più vuoti: "Si è respirato un po’ con la stagione sciistica, ma se facciamo l’unico paragone sensato, cioè col 2019, c’è un abisso. Per ricreare il turismo pre-pandemia ci vorrà molto tempo, le gente si sposta meno, ciò si percepisce anche in autostrada, il traffico è calato". Faenza fa presente come per gli albergatori non esista più una programmazione: "Non ci sono più i classici periodi in cui si faceva il pieno di prenotazioni, ora non c’è domanda e si apre solo se conviene, anche all’ultimo momento. Con i rincari energetici in atto, conviene chiudere perché le spese non ti lasciano margine, senza contare che non c’è personale. Mancano camerieri e cuochi, la gente ha cambiato lavoro e queste figure sono introvabili. Anche in riviera ci sono ancora molti alberghi chiusi". Aperture a singhiozzo, insomma, col personale messo in ferie o in permesso. "Fra settimana – prosegue il presidente di Federalberghi – abbiamo un po’ di clientela business, le aziende stanno ricominciando a mandare in trasferta i loro dipendenti, ma con molta calma, con un aumento del 30 per cento rispetto all’anno scorso, restando lontano dai numeri pre Covid".

Le previsioni sono dunque grigie anche per le prossime festività, ovvero 25 aprile e primo maggio: "Non abbiamo motivo di pensare che per quelle date andrà diversamente rispetto a Pasqua" dice ancora il portavoce degli albergatori modenesi. Gli stranieri che si vedono in centro sono ancora pochi: "Mancano ovviamente i russi, mancano gli statunitensi e gli asiatici. La crisi del settore alberghiero sarà ancora lunga e c’è chi dopo anni di difficoltà non aprirà più", conclude Faenza.

Valentina Beltrame