Oltre l’autismo, per i bimbi la nuoto-terapia

Già venti piccoli accolti nelle piscine di Sassuolo, Maranello e Formigine. Specialisti in vasca: «Lo sport in acqua aumenta la socialità»

Migration

Anche le piscine di Sassuolo, Maranello e Formigine entrano nella convenzione che da oltre 10 anni unisce Uisp e Ausl nella collaborazione a favore dei bambini affetti da disturbi dello spettro autistico. Un progetto unico nel suo genere in Italia, che quest’anno vede coinvolti circa 180 bambini e ragazzi, in carico alla Neuropsichiatria dell’infanzia e dell’adolescenza (Npia) dell’Ausl, in percorsi di attività sportiva in acqua in diversi impianti della provincia di Modena: Modena, Carpi, Castelfranco Emilia, Vignola, Bomporto, Mirandola, San Felice e Finale, dove l’attività sta riscuotendo particolare successo.

E a cui oggi si uniscono anche le piscine dei tre comuni del distretto dove le attività sportive hanno preso il via lo scorso 7 ottobre, con il coinvolgimento iniziale di una ventina di bambini, dai 4 ai 9 anni. Con la possibilità che il numero possa crescere e il progetto allargarsi a quante più famiglie possibili.

I bambini saranno seguiti per tutta la durata del percorso da personale qualificato dell’Azienda Usl e di Uisp: in vasca sono presenti tre tecnici della riabilitazione psichiatrica o educatori professionali (uno per ogni piscina) e due istruttori qualificati.

Gli incontri con i genitori, sia in fase preliminare che di verifica, e il lavoro in équipe sono ulteriori elementi strutturali che qualificano la proposta. Il rapporto continuo tra tecnici e famiglie faciliterà l’attività didattica.

«Molteplici – spiegano dall’Ausl – sono i vantaggi che l’attività sportiva in acqua apporta ai bambini con disturbo dello spettro autistico: dal miglioramento generale della salute e della qualità della vita alla gestione dell’emotività e alla crescita delle capacità relazionali, con il conseguente aumento del livello di socialità». Risultati accertati e sperimentati nel tempo.

Con un grande obiettivo che nel corso delle attività non viene mai perso di vista: lo sviluppo dell’autonomia del bambino. «L’attività di gruppo aiuta a proiettare la possibilità del ‘fare’, rispetto alle proprie competenze, e rappresenta un’esplorazione che arricchisce il proprio vissuto».

In questo particolare settore didattico dello sport – commenta Paolo Belluzzi di Uisp Modena – «trovano piena applicazione i ‘metodi attivi’ pensati principalmente dal pedagogista francese Raymond Catteau (scomparso di recente) sui quali Uisp Modena sperimenta da anni, creando uno specifico filone di ricerca applicabile in questo ambito».

Studi recenti, sottolinea Stefania Vicini, responsabile dell’Unità operativa complessa di Npia Area Sud, «suggeriscono che l’attività fisica può rappresentare un approccio utile di supporto ai bambini che presentano disordini del neurosviluppo».

In particolare, «si è riscontrato un miglioramento del benessere psico-fisico e un incremento dei livelli di autonomia personale e sociale, oltre che di stimolazione della capacità di coordinamento motorio e di rispetto delle regole».

L’attività in piscina, pertanto, da «attività ludica primaria diviene un vero e proprio mezzo di conoscenza, apprendimento e potenziamento delle autonomie e delle abilità sociali al di fuori di contesti ambientali strutturati».

Il nuoto comunque non è l’unica attività sportiva che i professionisti della Npia dell’Ausl promuovono a favore dei bambini seguiti dai servizi. Sono attivi infatti sul territorio anche progetti in collaborazione con le realtà sportive del territorio provinciale di rugby, karate, basket, pallavolo e aikido.

g.a.