Omicidio a Modena, imprenditore edile ucciso a coltellate

Raffaele Cavaliere era scomparso da casa martedì. Il cadavere è stato ritrovato nella sua auto

La scena del ritrovamento (Foto Fiocchi)

La scena del ritrovamento (Foto Fiocchi)

Modena, 14 giugno 2018 - La scena che si è presentata agli occhi degli agenti era a dir poco agghiacciante. L’auto, una vecchia Alfa Romeo, parcheggiata accanto alla recinzione in parte divelta. All’interno, adagiato sul sedile posteriore, il corpo martoriato dai fendenti: uno lo ha quasi attraversato da parte a parte.

AGGIORNAMENTO Un fermo per l'omicidio di Cavaliere

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Si indaga per omicidio dopo il ritrovamento, alle 2 di mercoledì mattina a Gaggio di Castelfranco del cadavere di Raffaele Cavaliere, 67 anni, imprenditore edile residente coi figli in città ma originario di San Cipriano d’Aversa, nel Casertano. La vittima è stata raggiunta da numerose coltellate, molte delle quali al volto, al collo, alle gambe e alle braccia – segno che l’uomo ha tentato fino all’ultimo di difendersi – e le altre al petto, profonde e mortali.

Un delitto dal sapore ‘punitivo’ e forse legato a questioni economiche o comunque al mondo del lavoro e – non si esclude – dell’edilizia. Questo il presunto movente sul quale gli uomini della Squadra Mobile di Marcello Castello starebbero indagando ininterrottamente da ore, tanto da essere oramai vicini a chiudere il cerchio. Ma chi è Raffaele Cavaliere? E come ci è finito nel sedile posteriore della sua auto posteggiata nel piazzale che affaccia sulla via Emilia Est, all’incrocio con via Mavora a Gaggio di Castelfranco, dinanzi al bar Bottega Nuova, da tempo abbandonato?

Il 67enne è scomparso martedì, all’improvviso: è uno dei due figli il primo ad avvisare le forze dell’ordine. Infatti dalle 15 il padre smette di rispondere al telefono e, intorno alle 21, il giovane avvisa la questura. A quel punto la polizia dà il via alle ricerche e, nella nottata, intorno alle 2, intercetta il Gps dell’auto di Cavaliere in quello svincolo per Gaggio, poco fuori città. La pattuglia arriva sul posto: la vettura da lontano sembra vuota ma, man mano che i poliziotti si avvicinano all’auto, si rendono conto dell’atroce verità.

Il 67enne è adagiato sui sedili posteriori; il suo corpo è ricoperto di sangue. Crivellato di fendenti: decine di colpi che lo attraversano dal collo all’inguine. Non è chiaro da quante ore l’imprenditore fosse deceduto e neppure se sia stato accoltellato proprio in quel punto, magari dopo un diverbio col proprio assassino. Scatta la macchina investigativa e sul posto, martedì notte, arrivano gli uomini della scientifica, il medico legale e il pm che coordina le indagini, Marco Niccolini.

Il corpo della vittima viene sistemato a terra. Su di lui l’assassino si è accanito con una violenza spaventosa così come la vittima ha cercato – lo dicono le numerose ferite alle braccia – di ripararsi dalla furia omicida. Il corpo viene poi trasferito in medicina legale mentre gli agenti continuano a setacciare il luogo del ritrovamento. Nessuno avrebbe visto o sentito nulla e l’arma del delitto, ieri, non risultava essere stata trovata. Ma, col passare delle ore, gli uomini della Mobile, attraverso indagini e accertamenti sui filmati delle telecamere installate nella zona, si sono avvicinati alla verità. Il movente avrebbe infatti sapore economico: forse debiti tra soci in affari ma tra gli inquirenti vige lo stretto riserbo.

Per l'intera giornata la polizia ha ascoltato i familiari della vittima - in città ci sono i figli e il fratello - e i dipendenti dell’azienda. Parliamo di operai impiegati nei cantieri, nella maggior parte dei casi stranieri. Della sua vita si sa poco: il 67enne era a capo della piccola azienda edile, appunto, ma chi lo conosce afferma che era un po’ "un tuttofare". In passato aveva infatti gestito anche un alimentare, con prodotti tipici casertani.

Cosa sia accaduto nelle ore successive alla sua scomparsa per ora resta un mistero; forse il 67enne aveva preso accordi con quello che si è rivelato uno spietato assassino per chiarire aspetti legati al mondo del lavoro. Oppure il killer gli ha teso una trappola. Quel che è certo è che l’imprenditore ha lottato con tutte le sue forze per cercare di sopravvivere.