Operaia morta a Modena, il compagno: "Voglio sapere cos’è successo a Laila"

"Sognavamo il matrimonio e una casa nuova, ma ora devo dire alla nostra bambina che sua madre non c’è più. Pretendo la verità, era una lavoratrice con molti anni di esperienza. Il collega non l’ha sentita gridare, com’è possibile?"

La vittima Laila El Harim con il compagno Manuele, con cui aveva avuto una figlia

La vittima Laila El Harim con il compagno Manuele, con cui aveva avuto una figlia

Modena, 4 agosto 2021 - "Avevamo tante cose da fare ancora insieme, tanti progetti da realizzare: la casa al mare, i viaggi in Salento ma, soprattutto il matrimonio. Poco più di un mese fa le avevo chiesto di sposarmi. Ora, invece, devo trovare le parole per dire alla nostra bambina che la sua mamma non c’è più".

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C’è un grande dolore, negli occhi, e una rabbia indescrivibile per una morte assurda. Anche il compagno di Laila El Harim, Manuele Altiero, ieri mattina, era all’esterno dell’azienda di Camposanto dove la compagna e madre della sua bambina ha perso la vita poco dopo aver iniziato il turno. Una tragedia riecheggiata in tutto il Paese, così simile a quella capitata solo pochi mesi fa, a maggio, all’operaia 22enne Luana D’Orazio, schiacciata da un macchinario in un’azienda del distretto tessile di Prato.

Non appena l’ha saputo, sulla porta di casa, Altiero, si è subito rivolto ai propri legali, determinato a fare piena luce sul decesso della giovane donna. "Laila era esperta – racconta Manuele – sapeva ciò che faceva: ci eravamo conosciuti sul lavoro, in un’azienda di Rivara di Bomporto, dieci anni fa. Erano stati colleghi amici a presentarci e lei già allora aveva la stessa mansione nel reparto fustellatura. Da due mesi aveva iniziato a Camposanto – spiega l’uomo – e aveva un ruolo di maggior responsabilità ma le piaceva tanto: è sempre tornata a casa la sera stanca ma col sorriso sulle labbra". Manuele Altiero spiega come la compagna sia arrivata in Italia oltre vent’anni fa insieme alla famiglia e come amasse l’Italia tanto da ritrovarsi in ogni sua tradizione. "Andava pazza per lo shopping e per i ristoranti – racconta – ma soprattutto per il mare. Infatti abbiamo visto posti bellissimi insieme. Quando ci siamo conosciuti, la passione era così forte da portarci a decidere di andare subito a convivere. Poi la decisione di avere un figlio, con la nascita della nostra bambina. Come la ricordo? – commenta commosso Manuele – Sulla spiaggia di Kos, in Grecia o tra i magnifici paesaggi del Sahara ma anche in Salento, la nostra grande passione. Avevamo deciso di comprare casa vicino ai miei, nella zona di Gallipoli. Purtroppo, come la decisione di unirci in matrimonio e di condividere il resto della nostra vita resterà solo un sogno".

Laila sognava la casa al mare. "Eravamo pronti a sposarci" - La tragedia di Luana non ha insegnato abbastanza Manuele aggiunge poi di temere che la compagna sia morta sola. "Appena sono arrivato, come per potersi giustificare, mi hanno detto che il collega era in reparto ma poi lui stesso mi ha detto di non aver sentito gridare. È un grande mistero, al momento". Poi l’uomo si abbandona ancora ai ricordi. Laila era arrivata in Italia oltre vent’anni fa con la sua famiglia "perché – sospira – amava questo paese più di tutto. Aveva la cittadinanza italiana perché ha sempre lavorato e tanto e questo vorrei che le persone lo sapessero". La coppia viveva da tempo a Bastiglia. "I suoi genitori – aggiunge ancora Manuele – sarebbero dovuti ripartire oggi per il Marocco, ora non sappiamo come superare questa tragedia. Cose come questa non devono accadere mai più, vogliamo andare fino in fondo e scoprire tutta la verità"