"Ora divento attivista, non lascio certo i M5S"

Il deputato Ferraresi non può essere rieletto: "Fiero di aver portato a Modena 70 milioni per la Giustizia"

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"Io farò l’attivista, continuando con il Movimento 5 Stelle a seguire la battaglie sui nostri temi caratterizzanti, perché c’è moltissimo da fare. Certo, ci sono colleghi che in questi anni hanno acquisito una grande esperienza, penso al presidente della Camera Fico ad esempio: come me non potranno essere rieletti".

L’onorevole modenese Vittorio Ferraresi – 34 anni, deputato alla Camera dal 2013, sottosegretario dal giugno 2018 al febbraio 2021 nei due governi presieduti dal suo leader Giuseppe Conte – è tra quanti non potranno ambire a un nuovo incarico elettivo dopo che ieri il vertice del movimento ha deciso ufficialmente che non ci sarà alcuna deroga alla regola ’aurea’ dei due mandati.

Onorevole, la perdita di personale politico con esperienze amministrative acquisite non vi danneggerà?

"Sicuramente sì, è indubbio, si rischia di ’perdere’ persone che in questi anni hanno decisamente mantenuto la barra a dritta all’interno del movimento e a favore dei cittadini. D’altronde, però, la regola dei due mandati è basilare fin dal primo momento per il M5S per cui bene così".

Lei ora che farà?

"Non ho difficoltà a dire che al fianco di tanti colleghi che hanno fatto battaglie a favore degli italiani continuerò fare politica, a dare il mio contributo nelle battaglie in cui credo".

Non torna al suo mestiere?

"Ai tempi della prima elezione in Parlamento mi sono laureato, a 25 anni, in Giurisprudenza. Poi ho sacrificato ogni percorso privato per l’attività a Roma e sul territorio. Ora ripartirò da lì".

In questa legislatura il M5S ha perso molti pezzi, cosa pensa di Di Maio e degli altri grillini che se ne sono andati?

"Io penso che loro abbiano fatto scelte basate sul loro interesse personale, pensando al loro scranno: scelte opportunistiche che hanno indebolito il movimento e non hanno fatto bene all’Italia. Chiaro poi che in questo ultimo anno noi grillini non abbiamo dato il massimo e gli attivisti ce lo hanno fatto notare in tante occasioni. Questo perché c’era chi remava contro, come poi si è visto. Ma ora il Movimento è più coerente e forte e ci riprenderemo il consenso come terzo polo".

Vi accusano di avere dato il ’là’ alla caduta di Draghi.

"Non è vero. Per il presidente Draghi, dopo la mancata elezione alla presidenza della Repubblica, qualcosa è cambiato e la destra ha colto la palla al balzo per farlo cadere. Noi avevamo solo chiesto rispetto per i nostri valori, dalla giustizia all’ambiente, dal salario minimo al reddito di cittadinanza e al credio per il Superbonus 110%. Del resto anche a livello locale migliaia di medie-piccole imprese gridavano all’allarme per il blocco del 110%".

Di cosa va fiero nei suoi mandati?

"Di avere restituito ai cittadini, in 9 anni di Parlamento, 370mila euro dello stipendio. E di avere convogliato su Modena 70 milioni di euro per la cittadella della giustizia all’ex Manifattura".

Stefano Luppi