"Orgogliosa di poter sognare un Oscar"

L’attrice carpigiana Betti Pedrazzi ha partecipato al film di Sorrentino candidato all’Academy: "Sarebbe una vittoria corale"

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Parla anche carpigiano il fim ‘È stata la mano di Dio’ di Paolo Sorrentino, candidato agli imminenti premi Oscar 2022 come miglior film straniero, dopo aver vinto Il Leone d’Argento a Venezia e la nomination ai Golden Globe. Nel cast, infatti, c’è Betty (Elisabetta) Pedrazzi, nata a Carpi 66 anni fa, che nel film interpreta l’anziana baronessa Focale che svolge un atto di ‘iniziazione’ del giovane protagonista Fabietto.

Emozionata in vista della notte degli Oscar?

"L’emozione è grande ma sinceramente ancor più che la vittoria quello che mi emoziona e mi rende molto orgogliosa è il fatto che tutti i grandi divi americani hanno visto questo film come spettatori. Se, come spero, il film vincerà l’Oscar a vincere sarà solo Paolo, però sarà una vittoria corale perché l’abbiamo fatto tutti insieme".

Come definirebbe la pellicola?

"E’ un film molto intimo, personale che Sorrentino voleva fare da tanto tempo; catartico perché finalmente attraverso questa opera cinematografica, Paolo è riuscito a buttare fuori la sua storia personale, dato che anche lui, come il protagonista, ha perso i genitori quando era adolescente".

Lei interpreta la baronessa Focale: Sorrentino e la critica hanno elogiato la sua scelta di mettersi in gioco definendo ‘coraggiosa’ la sua interpretazione. Lei cosa ne pensa?

"Coraggiosa perché ho 66 anni! Quando Paolo mi ha fatto vedere la sceneggiatura, ne ho parlato con lui gli ho detto ‘non so se riuscirò a girare questa scena’, però già avevo percepito quello che sarebbe stato il mio ruolo ossia che si tratta di una scena simbolica non reale. La baronessa è simbolo di una donna generosa che svolge un atto pietoso verso il ragazzo che si trova in un momento di grande difficoltà per fargli capire che oltre il dolore con prova per la morte dei genitori esiste anche altro. Come lei stessa dice a Fabietto, ‘il mio compito è finito’, ossia dargli una mano a guardare la vita. E’ una scena poetica e delicata".

Che legame ha con Carpi?

"A Carpi ho i miei più cari amici, tra i quali Gianfranco Imbeni che ci ha lasciato l’anno scorso. A Carpi ci sono mia sorella e mia nipote; devo però ammettere che da quando sono morti i miei genitori vengo sempre meno perché resta un rapporto nostalgico legato molto agli effetti. A Carpi mi legano ricordi bellissimi come i nove anni in cui insieme al mio ex marito ho gestito il cinema teatro Eden a cavallo degli anni Ottanta. Un’esperienza bellissima che mi ha insegnato tanto di questo mestiere".

Maria Silvia Cabri