Ospedale, Cappella riconvertita per i pazienti La chirurgia riparte ma fioccano le proteste

Mirandola, è temporaneamente utilizzata come accettazione. Chiarotti: "Tante sale vuote,. perché sacrificarla?"

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"Ci hanno tolto anche la chiesa, questo è troppo. Con tutte le stanze e le sale vuote presenti nell’ala vecchia e in quella nuova dell’ospedale ‘Santa Maria Bianca’ potevano evitare di sacrificare la Cappella. Almeno quella". Ubaldo Chiarotti, portavoce del Comitato ‘Salviamo l’Ospedale di Mirandola’, non solo è critico ma anche amareggiato nei confronti dell’Azienda sanitaria. Tanti parlano in questi giorni di "affronto" e la rabbia è esplosa alla notizia che la chiesetta dell’ospedale è stata riconvertita. Temporaneamente – fa sapere l’Ausl – è stata adibita "ad area di accettazione, preparazione e osservazione dei pazienti in attesa, per assicurare la ripresa, nonostante il Covid, di parte dell’attività chirurgica ambulatoriale. "È stato così possibile, dal 7 gennaio, far ripartire interventi ambulatoriali di Oculistica, Chirurgia Generale, Ortopedia, Dermatologia e Urologia (attività cistoscopica), a tutto vantaggio dei cittadini del territorio" si legge. L’altare e gli oggetti sacri sono stati coperti da teli per eliminarli alla vista e creare un ambiente il più asettico e sanitario possibile, dove prendere in carico i pazienti con il dovuto distanziamento. La scelta è frutto della "forte sinergia – riporta la nota della Direzione sanitaria – tra l’Ausl e la Diocesi di Carpi, in particolare con la Parrocchia di Mirandola". Non si contano tuttavia le proteste, l’amarezza, e in certi casi anche lo sdegno manifestato da giorni da tanti cittadini e da quella parte del personale sanitario e dei pazienti che era solito sostare in preghiera alcuni minuti all’interno della Cappella. Il luogo di culto, situato a pianterreno del Padiglione Scarlini, rappresentava per tanti una sosta benefica per l’anima e lo spirito. "Essendo a ridosso del Punto Nascita – dichiarano alcuni volontari delle Pubbliche Assistenze – più di una volta abbiamo visto neo genitori entrare nella chiesetta con il loro bebè per una preghiera di ringraziamento". "Di questo passo e cosa toglieranno ancora"? commentano quanti hanno lasciato ai social le loro vibrate proteste. La presidente dell’associazione ‘La Nostra Mirandola’ Nicoletta Vecchi Arbizzi parla di "scelta che va contro le esigenze spirituali dei pazienti, del personale sanitario e della libertà di culto senza contare che l’ospedale di Mirandola, e non è il solo, era stato fondato dalla Confraternita del Santa Maria Bianca".

L’Ausl fa sapere che "il luogo di culto aveva visto ridurre la propria attività a causa del Covid, oltre alla sospensione provvisoria dell’attività liturgica. Condizione che ha contribuito a ripensare logisticamente la destinazione d’uso di quell’area, a titolo temporaneo".

"Ringrazio personalmente e a nome dell’Azienda USL don Mauro Pancera e la Diocesi di Carpi – afferma Giuseppe Licitra, responsabile della Direzione medica del Santa Maria Bianca – che hanno accolto con favore e disponibilità la nostra proposta, a vantaggio dei cittadini del nostro territorio. In un periodo duro come quello che stiamo vivendo, è ancora più importante fare gioco di squadra".

v.bru.