"Ostetricia privatizzata? No, grazie Vogliamo un vero potenziamento"

Mirandola, ieri il sit-in davanti all’ospedale con giunta, Lega e cittadini. Anche a San Felice amministrazione "preoccupata"

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"Sì ad un vero potenziamento, ‘No’ alla privatizzazione di Ostetricia e Ginecologia e allo svilimento dell’ospedale e del personale interno". Queste le parole apparse ieri sui cartelli del presidio davanti al ’Santa Maria Bianca’ di Mirandola, dopo l’intenzione della Regione di appaltare all’esterno i servizi del reparto. Un sit-in deciso il giorno prima, al quale hanno partecipato la giunta mirandolese, il parlamentare della Lega Guglielmo Golinelli e i cittadini, pronti a dare battaglia se la Regione non tornerà sui suoi passi.

"Siamo qui – spiega Golinelli – per dire ‘no’ all’esternalizzazione di parte del servizio di Ostetricia e Ginecologia. Un appalto da 1 milione di euro: 500mila euro per i primi 5 mesi, rinnovabili per altri 5. L’obiettivo – accusa – è ridurre le categorie di gestanti che potranno partorire a Mirandola al fine di dirottare le urgenze ostetriche e ginecologiche al ‘Ramazzini’ di Carpi. Considerando l’emergenza Covid, l’anno scorso all’ospedale di Mirandola ci sono stati 338 parti, contro i 900 di Carpi e i 1200 di Sassuolo, l’obiettivo è di ridurli ulteriormente per poi dire che non essendoci i numeri e le condizioni deve essere chiuso il Punto nascita. Basta con lo svilimento del ’Santa Maria Bianca’ e del personale sanitario, vogliamo un reale potenziamento dell’ospedale".

Anche l’amministrazione di San Felice, pur non partecipando al presidio, in una nota esprime forte preoccupazione per il futuro del nosocomio mirandolese. "La decisione di appaltare esternamente le prestazioni di ostetricia e ginecologia – si legge – appare fortemente penalizzante e ha suscitato legittima preoccupazione. Una scelta che pare andare in direzione contraria a quella di un rafforzamento dell’ospedale, nel quale sono stati effettuati negli ultimi anni consistenti investimenti e che vanta grandi professionalità. E pur in un quadro generale della sanità in mutamento, con l’avvento delle case della comunità, degli Osco e degli hospice, il ’Santa Maria Bianca’ deve rimanere un punto di riferimento ineludibile per la salute dei cittadini del territorio che, invece, sono costretti alla ‘migrazione sanitaria’. Per non parlare del progetto del nuovo ospedale di Carpi che rischia di diventare una cattedrale nel deserto, drenando tutte le risorse sanitarie disponibili e ‘cannibalizzando’ il nosocomio di Mirandola che rischierebbe di finire svuotato, aumentando i disagi per i residenti dell’Area Nord, già penalizzati da una viabilità carente".

Alle polemiche replica il coordinamento donne Pd della Bassa modenese: "Un servizio è pubblico quando soddisfa i bisogni dei cittadini. La sanità pubblica si difende solo tenendo aperti i servizi e assicurando gli standard qualitativi richiesti, in particolare per quanto riguarda la Maternità di Mirandola.

La Lega in modo vergognoso strumentalizza. Chiediamo, per conto delle donne del territorio, che il senso di responsabilità prenda il posto della polemica".

Angiolina Gozzi