Palestra aperta per protesta a Modena. "Noi ribelli? Giusto aprire"

I centri ’Gim5’ hanno accolto i primi sportivi già alle 6 di mattina. "Non temiamo le sanzioni perché non facciamo niente di male"

Polizia e digos alla palestra Gimfive di Modena

Polizia e digos alla palestra Gimfive di Modena

Modena, 16 gennaio 2021 - Detto fatto . La palestra ribelle Gim5 ieri mattina alle 6 ha aperto le porte in barba ai divieti dettati dal Dpcm. Lo ha fatto contemporaneamente in tutti le 12 sale italiane, sei delle quali in Emilia. Controllo della temperatura all’ingresso, igienizzazione delle mani, distanziamento e poi dritti al tapis roulant, all’area pesi e a tutte le altre macchine per il fitness. "Una trentina già di prima mattina i clienti arrivati per allenarsi", spiega il responsabile della palestra di Modena Est Federico Milieni. E puntale all’apertura è arrivata anche la polizia ma, assicura Milieni, non è scattata alcuna sanzione per i tesserati. Incontriamo Gabriella Del Pino, che ci parla mentre si esercita al tapis roulant.

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"Appena ho saputo che apriva non avuto dubbi; la prima cosa che ho fatto è stato alzarmi dal divano e andare a preparare il borsone per venire qui – racconta – Salute significa anche permetterci di venire in posti come questi. Io parlo per me che ho una certa età ma vale per tutti, non possono tenerci fuori. Questa legge è anticostituzionale, lede la libertà individuale delle persone – prosegue Gabriella – occorre avere elasticità mentale, guardare quello che succede all’estero. Mi vogliono fare la multa? Non la pago e faccio ricorso. Dovrebbero mettersi in testa che la salute viene minata, è un anno che siamo fermi".

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Davanti alla palestra intanto il via vai cresce. Ci sono giornalisti, fotografi, telecamere, arrivano i clienti mentre un’auto della polizia in borghese attende che la situazione si tranquillizzi. "Non abbiamo problemi – afferma il responsabile della palestra –, loro facciano il loro mestiere e noi facciamo il nostro, siamo tranquilli". Ad allenarsi c’è anche Marina Miekhonoshina, anche lei ha aderito subito all’apertura ‘disubbidiente’.

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"Questa è la mia palestra e dal momento che ha aperto sono venuta, non ce la facevo più, ho bisogno di svolgere attività fisica per il mio benessere. No, non sento di andare contro la legge – prosegue la ragazza – perché ho l’impressione che ci stanno affossando tutti". Alla Gim5 arriva anche Claudio Gatti, maestro di tennis: "Non è questione di essere disobbediente – precisa –, se un esercizio è aperto io posso entrare, se è chiuso chiaramente non entro e torno a casa. Qui comunque mi sento molto sicuro, l’ambiente è immenso, non c’è contatto con nessuno, é tutto sanificato, tutto é a norma di legge, non capisco queste restrizioni. E’ chiaro che se una palestra è un buco allora il rischio c’è, ma certamente non in un’ambiente come questo". Borsone da sport in spalla incontriamo anche Francesco Zubani. "Sono stanco di aspettare, le palestre sono chiuse da troppo tempo – dice – non temo le sanzioni perché non facciamo nulla di male; penso che lo sport sia una salvezza per tutti noi. Si può fare in sicurezza, i contagi in tutte le palestre d’Italia sono stati pochissimi e dietro, ricordiamocelo, non c’è solo benessere, ma ci sono anche tante persone che lavorano".