Il secondo tempo di batteria, dietro all’irlandese Daniel Wiffen, il campione degli 800 che sembra davvero imprendibile. Gregorio Paltrinieri è in una forma scintillante alla Defense Arena, e stasera (alle 18:30) proverà ad aggiungere la quinta medaglia olimpica alla sua collezione nei 1500 stile, la distanza che lo ha consacrato nell’olimpo del nuoto a Rio 2016. Con l’irlandese in fuga, gli altri sette si sono qualificati in un fazzoletto di soli tre secondi tra il 14.42.56 di Paltrinieri e il 14.45.59 dell’ungherese Betlehem. "Una fatica, sono stanchissimo" ha raccontato Paltrinieri a fine gara, spiegando poi le sue sensazioni: "Il tempo è ottimo per essere stato fatto alla mattina. La batteria prima della mia era andata forte, quindi sapevo di dover spingere, con Wiffen di fianco ho pensato di non farlo andare via, anche se a un certo punto l’ho lasciato andare avanti per gestirla. Non volevo rimanere fuori. Ho recuperato dagli 800, anche se...". La spiegazione arriva dopo qualche attimo: "Quando fai una gara così bene come ho fatto io nella finale degli 800 – spiega il fuoriclasse di Carpi – vorresti tornare in vasca subito per cogliere l’attimo, la condizione. Ho avuto una sorta di frenesia, volevo correre già il mattino dopo. Così mentalmente non è stata facile, non è mai facile gestire una settimana intera di gara. Comunque ho fatto il mio e sono soddisfatto". La finale? "Wiffen mi sembra molto in forma, molto forte, se vuole staccarmi forse ce la fa, ma me la posso giocare".
Parigi, tirata d’orecchie. Tralasciando le polemiche sulla Senna e la sua balneabilità ("non ne voglio più parlare ora, ho solo in mente la finale dei 1500 metri di domani") Paltrinieri ha poi tirato più di una frecciata a un’organizzazione olimpica a suo dire deficitaria, non rispettosa degli atleti. Sollecitato da una domanda sul sonno al Villaggio, ecco la risposta: "Su quattro Olimpiadi a cui ho partecipato, questa è senza ombra di dubbio la peggiore. Il sonno è un problema, si fa moltissima fatica: non mi addormento mai prima delle due di notte, c’è troppo caldo. Secondo me non si possono trattare così gli atleti, siamo noi i protagonisti qua, dovremmo essere tutelati e invece non lo siamo. È impensabile non avere l’aria condizionata nelle camere, con un clima di questo tipo. Però va bene, è così e fine".
Lo sfogo di Paltrinieri non finisce qui, non ci sono soltanto i problemi di sonno dovuti alle temperature, ma anche quelli logistici, con gli spostamenti: "C’è anche un problema per nuotare. Con gli impianti, qui, siamo lontanissimi dal Villaggio, i viaggi sono sempre lunghi, stancanti". Sarà anche per questo che Paltrinieri sta pensando che possa essere proprio quella parigina la sua ultima partecipazione? Forse no, il discorso è più legato all’età e al logorio della vita da professionista, ma Paltrinieri non ci pensa: "Il mio ultimo 1500 all’Olimpiade? – ha detto alla fine della sua batteria –. Sì potrebbe essere, ma non posso dirlo adesso".