Pamela Andress, la testimonianza: "Anch’io ci stavo cascando, lavora a domicilio da anni"

Miriam Morden: "Non mi fidai di fare le punture a casa. Era una mina vagante"

Samantha Migliore, morta dopo il ritocco al seno

Samantha Migliore, morta dopo il ritocco al seno

Modena, 24 aprile 2022 - "Il suo nome ‘nell’ambiente’ è conosciuto da anni. Tutti sapevano che andava a casa a fare le punture. Era stata una mia cara amica a propormi di fissare con Pamela un appuntamento per ‘gonfiare’ il seno. Mi aveva detto: viene in casa, ti fa un litro di silicone diviso tra i due seni e così risparmi. Io però ho cambiato idea e mi sono operata, ed è stato un bene. E’ successo oltre cinque anni fa ma immaginavo che prima o poi una cosa del genere sarebbe successa: il mio chirurgo mi ha agevolato economicamente per fortuna, altrimenti ci sarei caduta pure io".

A raccontare come oltre cinque anni fa un’amica le avesse proposto un appuntamento a domicilio con Pamela Andress, transessuale brasiliana 50enne che si è costituita ai carabinieri di Cento dopo avere praticato a domicilio l’intervento al seno costato la vita a Samantha Migliore, è Miriam Morden, una transgender di origine libica sulla cui vita è uscito recentemente un libro della scrittrice Vivian Darkangel. "Non ho avuto un dialogo dal vivo con Pamela: stava però scattando l’appuntamento perchè mi avevano detto che sarebbe venuta a casa a mettere il silicone. Era stata un’amica a consigliarmela - racconta - ma poi ho saputo che il silicone nel seno avrebbe potuto spostarsi. Ho riflettuto, mi sono documentata - sottolinea Miriam. – La signora avrebbe dovuto documentarsi a sua volta, poveretta. Menomale che non ho avuto fretta e non l’ho fatta venire a casa". Miriam spiega come l’amica le avesse già comunicato la cifra.

"Mi avevano parlato di 1200, 1300 euro e oggi so che sarebbe finita male. Se avessi deciso di risparmiare e ‘buttarmi’ nelle sue mani mi avrebbe messo un litro di silicone". Miram spiega come si fosse resa conto, consultando i siti internet, del pericolo che avrebbe potuto correre. "Qua non siamo in Brasile dove comunque questo trattamento viene effettuato. Non è da ieri che Pamela lo fa: sono sette o otto anni che gira per le case. Il problema è la voglia di investire sull’immagine, soprattutto in questo ambiente ma risparmiando. Le trans vogliono sempre di più, per migliorare. Nell’ambiente qualcuno diceva di starci attenti: da anni opera ma solo ora è accaduta purtroppo la cosa grave. Si sentiva dire: mi ha iniettato quello o quell’altro ma nulla di più". Nessuno ha parlato di danni ‘gravi’. "Quello che posso dire è che era una ‘mina vagante’: le cose vanno fatte in uno studio e con il materiale giusto. Non possiamo inventarci una professione così delicata. Non si gioca con le vite degli altri".

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