Montese, nell’acquedotto un parassita ‘inedito’. "Primo caso in Italia"

Contaminazione studiata a Roma. Cryptosporidium debellato, alle scuole minerale in bottiglia in attesa del sistema di filtraggio

La professoressa Guglielmina Fantuzzi

La professoressa Guglielmina Fantuzzi

Montese (Modena), 12 gennaio 2020 - E’ stato il primo caso rilevato in Italia quello del Cryptosporidium trovato nelle acque del deposito dell’acquedotto comunale di Monte Buffone, un protozoo parassita particolarmente resistente nell’ambiente che ha creato tanti problemi al Comune, gestore del servizio idrico, e altrettanti a una parte dei cittadini del capoluogo e delle frazioni Salto, Semelano e Montalto, che per circa tre mesi non hanno potuto utilizzare l’acqua del rubinetto se non previa bollitura, come disposto dall’ordinanza firmata dal sindaco Adelaide Zaccaria. 

Come si ricorderà, il Cryptosporidium è stato trovato a seguito di gastroenteriti che avevano colpito alcuni ragazzini di una squadra di calcio in ritiro a Montese. L’acqua risultava buona dalle analisi effettuate dall’Ausl e il Comune aveva sempre svolto la clorazione senza che nulla fosse emerso. Il motivo è che questo protozoo nelle acque è resistente al cloro ed è sufficiente una bassa carica per infettare l’uomo.

«Il Cryptosporidium – spiega la professoressa Guglielmina Fantuzzi, del Dipartimento di Scienze Biomediche, Metaboliche e Neuroscienze dell’Università degli studi di Modena e Reggio Emilia – è un protozoo frequentemente segnalato all’estero come inquinante di acque superficiali, di piscina e, a volte, di acque potabili. La contaminazione di Cryptosporidium nelle acque può derivare da materiale fecale di animali anche selvatici. Non si hanno informazioni relative alla situazione in Italia perché non è attivo un sistema di sorveglianza su questa specie e quasi sicuramente l’episodio di gastroenterite di origine idrica verificatosi a Montese è stato il primo segnalato in Italia».

Dopo il caso delle gastroenteriti negli aspiranti calciatori, gli addetti dell’Istituto Superiore di Sanità sono saliti a Montese e hanno avuto la conferma della presenza del Cryptosporidium. Il Comune ha provveduto alla pulizia delle reti, dei depositi e ha isolato una sorgente ritenuta più probabilmente contaminabile. A questo punto urgeva ripetere le analisi dell’acqua e l’unico laboratorio in grado di ricercare il Cryptosporidium nelle acque era quello dell’Istituto Superiore di Sanità di Roma, che il 20 novembre è ritornato a Montese e ha effettuato quattro campionamenti risultati negativi. L’11 dicembre è giunta al sindaco la comunicazione che non era stato riscontrato il protozoo patogeno Cryptosporidium in tutte le acque dove era stato ricercato e, soltanto il 20 dicembre, dopo il parere dell’Ausl, il sindaco ha potuto revocare l’ordinanza.

Intanto, per dare un ulteriore strumento di sicurezza per la salute dei bambini, l’Amministrazione comunale ha deciso di dotare il polo scolastico (elementari e medie) e le materne di un sistema di filtraggio ulteriore. Questo primo impianto sarà montato al Polo il prossimo 13 gennaio e in seguito ne verrà installato un altro alle materne. Nel frattempo ai bambini sarà data acqua minerale naturale in bottiglia.