Parlamento ristretto e collegi territoriali più estesi rispetto al 2018

Il candidato che risulterà essere il più suffragato, verrà automaticamente eletto. Una quota assegnata con il proporzionale

I nuovi collegi elettorali sono stati disegnati, manca solo l’adeguamento demografico in base al censimento del 2021. Le aree sono più estese rispetto a quelle del 2018 e comprendono più province.

In mancanza di una nuova legge elettorale si voterà con il Rosatellum che prevede il 61% dei parlamentari eletti con il sistema proporzionale e il 37% con quello maggioritario attraverso dei collegi uninominali.

Nel nuovo parlamento saranno eletti con il maggioritario 147 deputati e 74 senatori, con il proporzionale 245 deputati e 112 senatori. In tutto 400 deputati (invece dei 630 di prima) e 200 senatori (invece dei 315), inclusi quelli eletti all’estero. Nella parte maggioritaria l’Italia viene suddivisa in diversi collegi uninominali sia per la Camera sia per il Senato: il candidato in corsa che risulterà essere il più votato, verrà automaticamente eletto in Parlamento.

Nella parte proporzionale, ogni listino può essere formato da un minimo di due fino a un massimo di quattro nomi, dove vige la quota di genere: gli uomini (o le donne) non possono superare il 60% dei candidati presentati. La soglia di sbarramento è del 3% per quanto riguarda le singole liste e del 10% per le coalizioni.

Non è previsto il voto disgiunto: la preferenza espressa a un partito varrà per il proporzionale e andrà direttamente al candidato nel collegio, i voti poi espressi solo al candidato saranno ripartiti in maniera proporzionale tra i vari partiti che appoggiano quel candidato.