"Pavarotti, quella frase diventata musica"

Domani in teatro, durante la prima serata dedicata al tenore, sarà eseguito in anteprima il brano cameristico del compositore Sargenti

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di Stefano Marchetti

Cercate (su Youtube) e troverete. Digitate "Panis Angelicus" e "Pavarotti", e vi si aprirà un mondo, capace di emozionarvi. Eccoli, Luciano e papà Fernando, l’uno accanto all’altro, affacciati al pontile del Duomo di Modena, a intonare l’inno sacro per un documentario della Bbc. Ed ecco trent’anni fa, nel 1992, Luciano con la sua sciarpa colorata e Sting, pantaloni di pelle e canotta skinny, a cantare insieme lo stesso brano nella prima edizione del "Pavarotti & Friends".

Con la stessa intensità e la stessa commozione riascolteremo il "Panis Angelicus" domani sera alle 21 al teatro Comunale Pavarotti Freni, nella prima delle due serate in omaggio al tenorissimo, per il 15° anniversario della sua scomparsa: a eseguire la "Messa solenne" di César Franck (che include anche il famoso inno eucaristico) saranno i soprani Valentina Coladonato e Chiara Isotton, il tenore Matteo Lippi e il basso Mirco Palazzi, con il Coro Lirico di Modena diretto da Stefano Colò e l’ensemble strumentale composto da Davide Zanasi, organo, Davide Burani, arpa, Nicolò Nigrelli, violoncello, Michele Maulucci, contrabbasso.

Ed è dedicato a big Luciano anche il nuovo brano che Modena Città del Belcanto ha commissionato al compositore Raffaele Sargenti, già allievo di Antonio Giacometti all’Istituto musicale Vecchi Tonelli. "Keep the voice until..." (ovvero "Tieni la voce fino a...") verrà eseguito in prima assoluta sempre domani sera dal soprano Valentina Coladonato, con il clarinettista Mirco Ghirardini, il violoncellista Nigrelli e lo stesso Raffaele Sargenti all’elettronica.

Maestro Sargenti, come è nata questa sua composizione?

"È un brano cameristico in chiave contemporanea. Non ho voluto realizzare una composizione tradizionale che richiamasse espressamente un’aria o una romanza: sarebbe stata una sorta di pastiche. Mi sono riferito invece a una frase che il Maestro Pavarotti pronunciò nel 1979 durante una masterclass alla Juilliard School di New York, come consiglio a un giovane tenore coreano che doveva cantare ‘E lucean le stelle’ dalla ‘Tosca’ di Puccini".

Quale consiglio?

"Pavarotti gli disse proprio ‘Keep the voice until...’, ovvero ‘Tieni la voce’ fino a quando riprenderà l’orchestra".

Che messaggio ha letto in quella frase?

"Non vi ho visto soltanto un incitamento musicale, ma anche un inno a godersi la vita e a esprimersi il più possibile nell’arte. Un po’ come ha fatto lo stesso Pavarotti che ha saputo dare valore alla lirica ma anche costruire ponti fra i generi musicali e mettere la sua arte al servizio di grandi cause".

Quindi come ha concepito il suo brano?

"La parte vocale è affidata a un soprano, quindi a una voce femminile, e questo conferisce maggiore astrazione. È proprio questa voce che all’inizio scandisce quelle parole iconiche, dando il ritmo: via via, quel parlato ritmico si evolve in una serie di note tenute il più possibile. Gli strumenti contrappuntano, e durante il brano si affacciano anche dei ‘frammenti’ della parte orchestrale di ‘E lucean le stelle’. Così in otto minuti ho provato a racchiudere il mondo che Pavarotti ci ispira".