Pavullo si ’accende’ per Alessandra Cittadini in piazza contro la violenza

Un centinaio di persone, tra cui volontari e la giunta, insieme per ricordare la donna brutalmente uccisa dall’ex

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Una fiaccolata in ricordo di Alessandra Matteuzzi, la 56enne uccisa a martellate la sera del 23 agosto sotto casa a Bologna dall’ex compagno Giovanni Padovani. E’ quella organizzata ieri sera a Pavullo, con partenza alle 20.30 in piazza Borelli, da Comune e Commissione pari opportunità (presieduta da Roberta Nadini). La seconda, dopo quella che ha acceso le coscienze a Bologna. Il corteo, a cui hanno preso parte un centinaio di cittadini, volontari (tra cui la Croce Rossa), forze dell’ordine e tutta la giunta, è terminato con un momento di preghiera e un intervento delle istituzioni.

"Questa sera siamo qui riuniti per la seconda volta a ricordare una nostra concittadina (nel 2020 luci accese per Alessandra Perini, anche lei vittima di violenza, ndr), che non è più tra noi, perché barbaramente uccisa da un uomo che nutriva per lei un amore malato" ha sottolineato l’assessore alle pari opportunità Angela Pietroluongo.

Ha invitato poi a riflettere sul sistema giudiziario. "Non so se il problema sia la normativa insufficiente o la lentezza con cui viene applicata". Lentezza che è l’opposto di una "violenza rapida e impredevibile. Noi donne abbiamo il diritto di vivere libere e sicure. Il cuore di Pavullo grida ’basta’. Questa fiaccolata è un momento di raccolta con il quale la comunità di Pavullo vuole fare sentire la propria vicinanza alla famiglia di Alessandra e darle un ultimo saluto".

Hanno preso la parola anche il sindaco Davide Venturelli, una rappresentante della Casa delle Donne e due parenti di Alessandra. L’avvocato pavullese Sonia Bartolini, in prima linea per la difesa delle donne, cugina della vittima, non è riuscita a essere presente – "ne sono molto dispiaciuta" – ma la ricorda con parole di profondo affetto.

"Mia cugina era una donna di cuore, generosa, molto deteminata e con una bella carriera lavorativa. Nel momento in cui è entrata in questa storia diabolica era irriconoscibile: era dimagrita tanto, si era chiusa nonostante fosse molto espansiva. Nell’ultimo anno — racconta scossa Bartolini — evitava di parlare: all’inizio della storia era entusiasta, poi i segnali di ossessione in quel ragazzo sono comparsi fino a degenerare con gli appostamenti. Era una donna bellissima ma la cosa più bella era il suo animo generoso: si faceva in quattro per darti una mano. Con lui si è spenta. Dispiace che non si sia rivolta anche ad un’associazione, ma non ha fatto in tempo. Quel che è certo — conclude Bartolini — è che, nel momento in cui una donna fa querela, non può essere lasciata sola. Occorreva intervenire con strumenti di protezione: non si può attendere così tanto".

Valentina Reggiani