L’interrogativo di tutte le imprese del distretto biomedicale è se sarà o meno risolutivo. Il 21 marzo, infatti, al Ministero dell’Economia e delle Finanze (MEF) è convocato un nuovo tavolo per cercare di venire a capo all’obolo (payback) dovuto alle Regioni dalle aziende fornitrici di dispositivi medici per gli sbilanci nella sanità accertati dal 2015. Da più di due anni la questione oppone la politica alle imprese del settore. "Consideriamo un segnale positivo la convocazione da parte del Governo al MEF – dice Sveva Belviso, presidente Fifo Sanità Confcommercio - per affrontare la questione del payback sui dispositivi medici. Porteremo le criticità di migliaia di piccole e medie imprese italiane, che ad oggi rischiano il fallimento a causa di questo meccanismo iniquo e insostenibile". Dal 2015 a oggi il "buco" nei bilanci sanitari delle Regioni si è allargato fino a circa 4 miliardi e la copertura richiesta alle aziende (50%) pregiudicherebbe un comparto produttivo, oltre che strategico e fondamentale, anche tra i pochi in salute nel nostro Paese.
"E’ necessario rendere inefficace il payback per il passato e bloccare definitivamente un meccanismo che, mentre discutiamo, continua a maturare anche per gli anni in corso, aggravando ulteriormente la situazione delle nostre aziende. È nell’interesse di tutti – commenta Belviso - trovare una soluzione equa e sostenibile che tuteli il sistema sanitario, le imprese fornitrici e, soprattutto, i pazienti. Il tavolo tecnico rappresenta un’opportunità imprescindibile per affrontare con pragmatismo una questione che ha ormai assunto carattere di emergenza nazionale. Il payback è principalmente una questione di natura politica che ha progressivamente acquisito implicazioni economico-sanitarie e, poi, giuridiche. Pertanto, la sua risoluzione non può prescindere da un intervento della classe politica piuttosto che essere affidata alle sole aule di tribunale. Confidiamo ora che sia il Governo ad assumersi questa responsabilità".
a. g.