
Avendo delle difficoltà, per poter partecipare ad un evento la famiglia aveva richiesto l’intervento di una associazione che potesse...
Avendo delle difficoltà, per poter partecipare ad un evento la famiglia aveva richiesto l’intervento di una associazione che potesse trasportarla all’esterno dell’appartamento, utilizzando una seggiolina, un ausilio. Uno dei volontari, però, durante il trasporto della donna – pare nel percorrere una rampa di scale - l’avrebbe inavvertitamente fatta cadere. Dopo un mese di ricovero la vittima è morta in ospedale. A rischiare il processo per il reato di omicidio colposo è proprio il volontario dell’associazione che quel giorno, circa due anni fa, per conto dell’associazione che si occupava di prestare soccorso ad utenti ‘fragili o con disabilità era addetto al trasporto della vittima, una donna che all’epoca dei fatti aveva 66 anni e che, quella sera, avrebbe appunto dovuto presenziare ad un evento cittadino.
A sporgere denuncia erano state le figlie della 66enne che, nel caso di rinvio a giudizio dell’uomo, si costituiranno parte civile nel procedimento. L’episodio era avvenuto a Sassuolo. Il pm aveva chiesto l’archiviazione del fascicolo, ritenendo come non si potesse affermare con assoluta certezza che la morte della 66enne era stata causata – a distanza di un mese dall’incidente – dai traumi riportati durante la caduta, avvenuta appunto in concomitanza del trasporto da parte dell’operatore. La famiglia della donna, attraverso il proprio legale Fabiola Proietti Coraggi ha presentato opposizione alla richiesta di archiviazione e ieri il giudice Scarpa si è riservato sulla decisione. Secondo i familiari della 66enne, infatti, furono proprio le lesioni riportate nella caduta a causare la morte della congiunta. Ora si attende la decisione del Gip relativamente all’archiviazione del fascicolo così come richiesto dalla procura.
Valentina Reggiani