Pd, lo spettro del commissariamento. Gli otto candidati: "Troviamola noi una soluzione"

Gli acuti del diverbio furibondo tra Gian Carlo e Muzzarelli e Stefano Bonaccini dell’altr...

Pd, lo spettro del commissariamento. Gli otto candidati: "Troviamola noi una soluzione"

Pd, lo spettro del commissariamento. Gli otto candidati: "Troviamola noi una soluzione"

Gli acuti del diverbio furibondo tra Gian Carlo e Muzzarelli e Stefano Bonaccini dell’altra sera nel super summit dei big in vista delle amministrative 2024 hanno raggiunto anche la segreteria romana del Partito democratico. Modena non si raccapezza, da qualche giorno aleggia lo spettro del commissariamento: sarà la segreteria Schlein a quel punto a ‘imporre’ il candidato unitario – lo statuto lo prevede nei casi di impasse grave – naturalmente di sponda con Bonaccini che è presidente nazionale (in pole c’è Davide Baruffi). Ma davvero da Roma, ammesso che abbiano la forza politica di farlo, si vuole arrivare allo scontro con il Pd modenese?

Allo stato attuale, i protagonisti dello stallo alla messicana sono Bonaccini che sostiene Andrea Bortolamasi e di primarie non vuole sentirne parlare (supportato anche dalla recente presa di posizione della segretaria nazionale); Muzzarelli che in teoria spinge Giulio Guerzoni, ma in realtà si tiene lontano dai nomi (confidando chissà, che fino alla fine si apra la possibilità per un terzo mandato); tutti e gli otto aspiranti candidati (Arletti Bortolomasi, Bosi, Ferrari, Guerzoni, Lenzini, Maletti, Ori), nessuno dei quali ad oggi ha intenzione di fare un passo indietro.

E tuttavia, in questo scenario da The Hateful Eight, viene  segnalata una novità: in queste ore pare siano in corso contatti frenetici tra i candidati, un tentativo di guardarsi davvero negli occhi. E contribuire a semplificare il quadro. Traendo magari da soli qualche reciproco vantaggio politico piuttosto che finire rosolati tutti insieme da altri. In particolare la componente cattolica, assente nell’incontro di sabato scorso, si starebbe organizzando per trovare una sintesi tra i suoi rappresentanti – Lenzini, Ferrari e Maletti – così da concentrare le forze e avere un potere contrattuale più forte.  A tutti viene in mente Maletti, ma bisogna vedere cosa ne pensa Lenzini, che pare invece si stia preparando a una raccolta di firme per puntellare la candidatura.

Nel frattempo monta l’amarezza dei circoli che per interposti segretari cittadino e provinciale chiedono sempre più insistentemente le primarie o quanto meno un metodo dal basso (per esempio una raccolta firme) per sciogliere la matassa. Nello statuto del Pd c’è scritto che ’nel caso di primarie di partito, la candidatura a sindaco, presidente di Regione può essere avanzata con il sostegno del dieci per cento dei componenti della Assemblea del relativo livello territoriale, ovvero con un numero di sottoscrizioni pari almeno al tre per cento degli iscritti nel relativo ambito territoriale’.

Tra l’altro qualcuno ha fatto presente che le primarie potrebbero essere due nel caso: prima all’interno del partito, poi con il resto della coalizione. Ma questo è un problema che si porrà eventualmente più avanti.

g.a.