
Vaccari cede il testimone al nuovo segretario provinciale del Pd. Reggianini
Stefano Reggiani è ufficialmente il nuovo segretario del Partito democratico. Candidato unico, è stato eletto ieri dall’assemblea provinciale del Partito democratico. Sostituisce Stefano Vaccari.
Reggiani, era in Amo come amministratore unico. C’è stata una forte pressione per farle ricoprire il ruolo di segretario.
"Vivo la comunità politica del Pd dal suo interno da parecchi anni, e ho visto mutare scenari e riflessioni. Assieme al segretario uscente Vaccari e a diversi esponenti ed eletti del Pd è maturata un’opzione, considerando la salvaguardia del mio privato e quello che posso definire il richiamo della politica. Di fronte a una mozione unitaria e a valori condivisi, da cui trarre una proposta alternativa al pensiero unico, siamo andati avanti".
Di cosa ha bisogno il Pd oggi in provincia a Modena?
"In una parola: politica. Vorrei un partito che torni a essere spazio di confronto e mediazione, in cui opinioni diverse dialoghino per costruire soluzioni comuni. La politica, come la democrazia, è il luogo del dialogo tra individui che si fanno comunità, in cui idee diverse si confrontano e, anche nel conflitto, trovano un punto comune che appartiene a tutti. I risultati veri o sono collettivi o non sono affatto".
Ci sono state frizioni tra i territori: nella Bassa per esempio il caso Aimag ha lacerato il partito.
"La diversità di opinioni non è un errore, né una minaccia, tantomeno per il nostro partito. Lo è, semmai, il pensiero unico, soprattutto quando siamo noi a evocarlo".
Riuscirà a trovare una sintesi?
"Il campo della politica, come ogni territorio, è un insieme di diversità che si ricompongono in unico organismo: quel che accade a Mirandola interessa a Modena, e le decisioni prese a Pavullo hanno ricadute su Carpi. Basta insistere sulle contrapposizioni pensando che l’omologazione sia il valore. L’armonia delle tante voci, invece, lo è".
Il suo nome ha unito tutte le componenti: da Muzzarelli a Bonaccini, passando per Mezzetti, Costi e Vaccari: su cosa si basa questa fiducia?
"Non sono gli equilibrismi tra pretesi ’portabandiera’ a dettare la linea del Partito. Le figure che lei cita hanno a cuore, esattamente come me, come ogni militante, volontario o simpatizzante, il bene della collettività, soprattutto in un momento in cui questa ha smesso di essere al centro delle politiche di chi ci governa. È innanzitutto di fronte a questa comunità di persone e ai loro bisogni che assumo l’incarico e la responsabilità che ne deriva".
Quali sono i principali snodi del suo mandato?
"Innanzitutto la prossima mobilitazione referendaria, poi elezioni a Pavullo e Vignola nel 2026, così come le politiche l’anno successivo: lavoreremo con i circoli locali per costruire la proposta del centrosinistra, con le forze civiche che si riconoscono nei nostri valori. Altrettanto importanti, però, saranno gli snodi nella quotidianità, laddove l’arretramento delle forze democratiche e riformiste aumenta disuguaglianze e fragilità. Salute, istruzione, casa, lavoro: qui si misura la politica".
Ci sono state le scintille tra il partito di Modena città e quello provinciale sul rapporto con la giunta Mezzetti.
"Quando abbiamo smesso di riconoscere il confronto come un valore? La diversità è ricchezza anche nel dibattito politico, non scandalo. Il passato serve da lezione, ma è il futuro che guida le scelte. In questo presente vedo un Pd leale al sindaco e attivo nel sostenere politiche condivise, utili a tutti".