Per Grandezze & Meraviglie, un concerto al suon delle armoniose sfere

Nell'antichità, il cosmo era visto come una scala musicale e il concerto del Festival Estense "Grandezze & Meraviglie" esplorerà la musica barocca romana, collegando il terreno al divino.

Per Grandezze & Meraviglie, un concerto al suon delle armoniose sfere

Nell'antichità, il cosmo era visto come una scala musicale e il concerto del Festival Estense "Grandezze & Meraviglie" esplorerà la musica barocca romana, collegando il terreno al divino.

Già nell’antica Grecia, il cosmo era assimilato a una scala musicale e il sole era l’elemento centrale dell’armonia. Per gran parte dell’antichità vari filosofi e musicisti hanno coltivato la teoria di un universo composto da sfere sonanti guidate dagli angeli: la musica terrena, così, diventava un riflesso, un’eco di quella celeste, come un ‘filo’ tracciato fra il nostro mondo e quello divino. E sarà proprio "Al suon dell’armoniose sfere" che ci accompagnerà il concerto del Festival musicale Estense "Grandezze & Meraviglie", domani sera alle 21 nella Sala dei Contrari della Rocca di Vignola. L’Ensemble Mare Nostrum, gruppo barocco romano diretto da Andrea De Carlo, insieme al controtenore Danilo Pastore (nella foto) e al tenore Roberto Mattioni, esplorerà un repertorio fra ‘400 e ‘600, dalle frottole al ricercare, con musiche di Kapsberger, Tromboncino, Palestrina, Frescobaldi, Cara e altre rarità, ricostruendo idealmente il paesaggio sonoro che animava Roma e le principali corti italiane fra il Rinascimento e il Barocco. Fondato nel 2005, l’ensemble (composto da viole da gamba, organo, clavicembalo, tiorba e chitarra barocca) è infatti un punto di riferimento per la musica barocca romana e in particolare per le opere del grande Alessandro Stradella. E già domani pomeriggio alle 18, nella sua sede modenese di via Ganaceto 40/c (e anche in streaming), il festival "Grandezze & Meraviglie" offrirà il secondo incontro del ciclo "I linguaggi delle arti", dedicato alla Musica Ducale e alle immagini musicali nello studio di Alfonso I d’Este: Gaia Prignano dell’università di Bologna racconterà i cicli pittorici (realizzati anche da Tiziano, Dosso Dossi e Giovanni Bellini) che decoravano le pareti dello studiolo del duca, dimostrando come arte, mito e musica fossero profondamente intrecciati. L’interesse del duca per la musica andava oltre un semplice apprezzamento.

s. m.