Per i giovani è essenziale interagire

Migration

Anna

Biancardi*

Europa per tanti giovani è incontrarsi nella piazza di una città europea e mettersi a parlare con degli sconosciuti delle diversità e peculiarità dei loro stati arricchendosi vicendevolmente. E’ andare in Eramus o in tirocini in Europa. E’ sentirsi legati da qualcosa che non si riesce esattamente a spiegare ma è unico e condiviso. Elsa (European Law Student’s Association), l’associazione di cui faccio parte, ci collega in un grandissimo network di giovani giuristi che tendono alla cooperazione interculturale nell’ottica di acquisire nuove competenze, interagire con studenti e professionisti in tutta l’Europa per promuovere, in tal modo, i diritti umani. Ad oggi per noi giovani è impossibile vivere al di fuori dell’ottica comunitaria, non sarebbe possibile comunicare senza sentirsi interconnessi, senza trovare l’arricchimento nella diversità. Questa interdipendenza è davvero percepita da tutti i cittadini? Soprattutto, gli Stati operano in un’ottica europeistica o ciascuno agisce per conto proprio? Certo, è palese che vi siano delle norme europeistiche superiori addirittura alla stessa Costituzione, fatti salvi i principi fondamentali della stessa, ma tale normativa crea davvero unificazione o gli Stati agiscono come grandi identità? Pensiamo a quali potrebbero essere i meravigliosi esiti ove vi potesse essere un sistema welfare comune, degli uguali sussidi per noi giovani, un comune sistema fiscale etc. L’attuale e tremenda vicenda storica della guerra russo-ucraina è sicuramente un esempio di come l’Europa potrebbe incidere fortemente nelle sorti di questo conflitto ma in realtà non si presenti del tutto unita nelle decisioni e sanzioni. Oggi non possiamo davvero più dire, e forse neanche permetterci, di essere un unico Stato ed identità nazionale ma un’Europa interconnessa.

*Presidente Associazione studentesca Elsa Unimore