Per la terza età servono progetti innovativi

Parlando del tema dell’invecchiamento e conseguentemente dei possibili interventi su organismi e spazi per vivere, abbiamo espresso perplessità sulle attuali RSA, ipotizzando piuttosto progetti domiciliari e familiari, se pur loro complessi. Crediamo sia giusto ripensare alla terza età in termini innovativi, in primis sul piano della sanità e dei servizi sociali. Abbiamo saputo che qualcosa si muove nel campo del co-housing, l’idea di un nuovo co-abitare che è una via intermedia da sviluppare attraverso le realtà del terzo settore e promozione sociale. In Friuli stanno provando ad affrontare il concetto di "domiciliarità innovativa", alla base ci sono la promozione della socialità e della cooperazione tra gli anziani che optano di vivere "in comune". Si tenta di dare risposte a bisogni e difficoltà, ma anche di trovare modalità progettuali "miste", legate all’invecchiamento per così dire attivo. Recuperando quotidianità familiare, versatilità, comunità inclusiva, mediante le figure operatrici necessarie, volontari, famiglie e stessi anziani, per una gestione condivisa della "casa" (preparazione comune dei pasti, cura degli spazi interni ed esterni, attività varie). Ciò riguarda una frazione di Pozzuolo del Friuli (Udine). Progetti simili sono più fattibili in comparti minori, per questo pensiamo al nostro territorio appenninico, ma l’idea vale anche per i centri maggiori, connettendointegrando il loro tessuto adeguatamente. Speriamo sia questa la strada percorribile.

Giovanni Capucci