Per le aziende una tempesta perfetta

Migration

Francesco

Stagi*

Sino a qualche giorno fa la situazione delle imprese, dopo un primo semestre positivo, sembrava tutto sommato favorevole. Nelle ultime due settimane, a causa dell’impennata dei prezzi dell’energia, il contesto è irrimediabilmente cambiato, e non solo per le cosiddette imprese energivore: anche le piccole e piccolissime aziende stanno vivendo drammaticamente questo problema. Un problema che è fotografato dai numeri: le bollette energetiche, che un anno fa arrivavano, ad esempio nel caso delle lavanderie industriali, al 13% del fatturato, ora ne rappresentano il 24%. Nelle imprese meccaniche siamo passati dal 4% al 14%. Ma anche le carrozzerie, i forni, le imprese agroalimentari sono alle corde: non c’è settore che non sia colpito da questa crisi. Molte aziende, infatti, si trovano a lavorare sottocosto, per di più in qualche caso costrette a farlo per evitare penali per mancate consegne. Quella che stiamo vivendo è una "tempesta perfetta" che rischia di avere conseguenze ben più gravi di quelle originate dalla pandemia. Per questa ragione il futuro che si profila all’orizzonte è estremamente preoccupante. Di certo questo nuovo shock, dopo la crisi finanziaria del 2008 e il coronavirus, rappresenta un nuovo cambiamento. Sotto questo punto di vista, anche interventi assolutamente necessari e improrogabili come il tetto al prezzo dell’energia e il disaccoppiamento del valore dell’elettricità da quello del gas, oltre che adeguati ristori, sono solo provvedimenti tampone. Per ciò che riguarda l’energia occorre ripensare completamente il mercato, ma anche le aziende devono fare la propria parte, dotandosi di strumenti di gestione che consentano loro di reagire a queste fibrillazioni con adeguati e tempestivi interventi. Ma per dare alle imprese il tempo di farlo, di crescere managerialmente, occorre permettere loro di sopravvivere. Perché il rischio vero, oggi, è di vedere scomparire migliaia di imprese sul nostro territorio, trasformando la crisi economica in crisi sociale.

*Segretario provinciale

Cna Modena