Modena, farmaci proibiti a luci rosse. Erborista nei guai

Spacciava le pericolose pillole per integratori: denunciata dopo il blitz dei Nas

Farmaci proibiti

Farmaci proibiti

Modena, 21 settembre 2018 - Chi accusava qualche problema a livello di prestazioni sapeva di poter contare sull’erboristeria modenese. La titolare, infatti, vendeva sottobanco una sorta di potentissimo farmaco a luci rosse: in grado, cioè, di aumentare le prestazioni sessuali dei clienti ‘in difficoltà’.

Peccato che il prodotto non solo fosse proibito ma anche pericoloso per la salute pubblica. E’ stata denunciata per abuso della professione farmaceutica, frode nel commercio e commercio di medicinali ‘guasti’ la titolare di una nota erboristeria del centro storico.

La 50enne, infatti, convinta di non essere beccata, vendeva ai propri clienti le ‘pastigliette magiche’ facendole passare per normali integratori. Il traffico di ‘Marton Forte’, così si chiama il farmaco, un mix di sindenafil e tadalafil - principi attivi di Viagra e Cialis - con l’aggiunta di epimedium brevicornum maxim - è stato scoperto dagli uomini del Nas nell’ambito di controlli mirati scattati a giugno e volti, appunto, a mettere in luce traffici illegali di farmaci proibiti.

Nel negozio in questione i militari hanno sequestrato ben 8 scatole del farmaco proibito ma quello su cui il Nas è incappato è un vero e proprio traffico internazionale delle sostanze. Infatti dopo aver intercettato e analizzato le pillole, tutte prive di necessaria etichetta riportante i principi attivi, i militari hanno scoperto come il Marton Forte, per la vendita del quale sarebbe tra l’altro necessaria l’approvazione del Ministero, venisse prodotto in Romania per poi essere distribuito presso un’azienda importatrice di Forlì.

Da qui poi le pillole - che a seguito di accertamenti chimici sono risultate avere un’elevata e pericolosa concentrazione congiunta appunto dei principi del Viagra e del Cialis - venivano smerciate in altre città tra cui la nostra. Ad acquistarle era proprio la titolare dell’erboristeria modenese che, evidentemente, proponeva il prodotto al proprio ‘portafoglio’ clienti.

Nei guai sono finite, al termine degli accertamenti, anche le aziende produttrici e importatrici con l’accusa non solo di frode in commercio ma anche di somministrazione di farmaci ‘guasti’. Infatti oltre a non aver comunicato all’Agenzia del Farmaco e al Ministero la vendita delle sostanze - che rappresentano a tutti gli effetti potenti farmaci -, le varie persone coinvolte nell’affaire hanno fatto passare le pillole a luci rosse come normali integratori, pur sapendo che i principi attivi - una volta assunti - avrebbero potuto causare seri problemi alla salute dei clienti.