"Piscine, ricambi d’acqua garantiti dai pozzi"

Ordinanze anti-siccità, i gestori pronti a riorganizzarsi per mantenere gli impianti a pieno regime. "Ci preoccupa di più il caro bollette"

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Per ora, i gestori delle piscine non gridano all’emergenza, ma certo monitorano con estrema attenzione una situazione allarmante. La siccità, l’alta umidità, la mancanza di acqua sono l’ultimo dei problemi che i gestori si trovano ad affrontare. Per due anni o quasi, infatti, le piscine pubbliche e private sono state costrette a chiusure o forti limitazioni agli accessi causa covid e a questa disgrazia è poi seguita inesorabile la mazzata delle bollette. Il Comune di Modena e altri in provincia sono corsi ai ripari con ordinanze con le quali fino al 21 settembre è consentito il riempimento e il rinnovo parziale dell’acqua delle piscine solo previo accordo con il gestore della rete dell’acquedotto. Problema relativo oggi poiché molte piscine dispongono di propri pozzi cui attingere l’acqua, com’è il caso di quella della Città dei Ragazzi di via Tamburini in città. "Se posso fare una battuta – dice Alessandro Meglioli – dico che mi occupo in questo periodo di quattro buchi d’acqua. I problemi infatti sono tanti anche se devo dire che le nuove ordinanze comunali ci hanno un po’ destabilizzati. Comunque alla Cdr abbiamo una ampia falda acquifera tanto che anche quando si è rotta una pompa, qui l’acqua continuava a salire forte. In ogni caso a inizio settimana sentirò Hera per capire meglio: noi abbiamo le vasche piene, sia quelle interne che quelle esterne e abbiamo solo il ricambio dell’acqua che pesa per un 6-7% del totale e deve essere ovviamente filtrata. Peraltro quest’acqua sporca la recuperiamo: un tempo andava in fogna mentre ora va in vasche di decantazione dal cloro e poi, ripulita, serve per irrigare o per gli scarichi dei bagni. Anche a Nonantola e a Cà Marta abbiamo i pozzi mentre a Sestola no, ma lì ancora non c’è l’ordinanza". Meglioli spiega il vero problema, cioè le bollette: "In questi mesi il sole scalda l’acqua, ma certo sono state un vero bagno di sangue che si riproporrà a settembre se nulla cambia. Prima con le piscine non guadagnavamo, ma le entrate ci servivano per la gestione, poi le spese sono triplicate e non so che accadrà".

Rita Migliori gestisce le piscine comunali di Vignola, una 25 metri interna e varie esterne tra cui quella di 50 metri: "Finora – spiega – noi non abbiamo indicazioni e andiamo avanti con i nostri due pozzi. Tenga presente che dobbiamo reintegrare circa il 5% d’acqua al giorno e neppure questa sprechiamo perché finisce in un sistema di ‘riciclaggio’. Inoltre abbiamo sistemi di risparmio d’acqua anche negli spogliatoi. Insomma l’acqua la risparmiamo mentre le bollette pesano tanto e siamo in bilico". Le Pergolesi di via Divisione Acqui le gestisce il Csi: "I problemi sono comuni a tutti – spiega la presidente di Pergolesi Sport e del Centro sportivo italiano Modena Manuela Carta – e in questi giorni ci rapporteremo con Hera dopo avere letto l’ordinanza di Modena. Certo, chi ha un pozzo ha meno problemi: non è il nostro caso quindi sentiremo la multiutility, ma certo siamo in tanti in Emilia Romagna per cui vedremo come fare per il rabbocco quotidiano".

Meno urgente, infine, appare la situazione alle Dogali: "Sul tema dell’acqua siamo forse ai margini del problema – spiega Paolo Belluzzi, presidente della società di gestione Dogali di Uisp – perché per le vasche non usiamo acqua potabile e la presenza dei pozzi, dove l’acqua è trattata chimicamente, ci permette autonomia da Hera. Mi chiedo, però, che accadrà sul fronte costi quando l’acqua dovremo scaldarla perché non ci penserà il sole".

Stefano Luppi