Mentre in alcune realtà del Nord si fa concreta la minaccia di razionamenti dell’acqua per usi civili, a Modena i timori sono al massimo per quanto riguarda la situazione delle colture agricole. Oggi un incontro presso il Consorzio della Bonifica di Burana, con le associazioni agricole e a cui è stato invitato anche il Prefetto, farà il punto riguardo agli approvvigionamenti idrici della campagna e non solo. Il Po – "il grande fiume" descritto da Riccardo Bacchelli –, che alimenta gran parte del sistema idrico circostante e fornisce acqua alle campagne, non riceve dai suoi affluenti e dalle piogge, e conseguentemente non dà. La situazione è assai problematica. Molte colture specializzate come meloni, pomodori, cocomeri, ma anche pere e mele – per citarne alcune – le cui produzioni oggi sono garantite per quasi il 100 per cento attraverso impianti a goccia che assicurano alle piante il solo approvvigionamento quotidiano necessario, sono a rischio. Tanti canali di irrigazione, in particolare nella Bassa pianura modenese a sud di Modena da Mirandola a Finale, sono quasi all’asciutto. Si ricordano precedenti simili solo nel 2003 e nel 2007, ma allora successe al 20 luglio. Il Consorzio della Bonifica di Burana, competente per tutta l’area compresa tra Secchia e Panaro, e non solo, incaricato di sorvegliare e garantire i rifornimenti, da giorni è in allarme "rosso". "Purtroppo le previsioni sono drammatiche" ammette Francesco Vincenzi, presidente del Consorzio della Bonifica di Burana. Vincenzi, i timori sono confermati? "Nei fiumi appenninici (Secchia e Panaro) preleviamo, non dico normalmente ma stiamo prelevando acqua. La zona di Ravarino, Nonantola, Castelfranco, e parte di Formigine grazie anche alle piogge ed ai temporali dei giorni scorsi stanno mantenendo un livello del fiume Panaro che è in linea con gli anni passati. Ci aspettiamo delle problematiche, ma forse più avanti. La vera ...
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