Policlinico, prelievo di emifegato col robot Figlio dona alla madre malata di tumore

L’applicazione della chirurgia mini-invasiva da donatore vivente diventa realtà ed è uno dei pochissimi interventi eseguiti al mondo. Fabrizio Di Benedetto: "Questo approccio permette di migliorare le condizioni dei pazienti che hanno una ripresa immediata"

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Da oggi l’applicazione della chirurgia mini-invasiva al trapianto di fegato da donatore vivente diventa realtà a Modena. È stato infatti eseguito il primo prelievo in regione di emifegato da donatore vivente con tecnica completamente robotica, uno dei pochissimi casi eseguiti nel mondo. L’intervento è stato portato a termine con successo, il fegato è stato donato da un uomo di 38 anni alla madre affetta da tumore del fegato. Entrambi sono in ottime condizioni.

"Si tratta di un’innovazione di grandissima rilevanza – spiega il professor Fabrizio Di Benedetto, direttore della Chirurgia Oncologica, Epatobiliopancreatica e Trapianti di Fegato dell’Aou – nonché di una tecnica eseguita solo in pochissimi centri nel mondo. L’approccio robotico permette infatti di migliorare ulteriormente la qualità di vita dei donatori, mantenendo gli stessi elevatissimi standard di sicurezza richiesti nella donazione da vivente. In particolare, grazie all’uso del robot, possiamo minimizziare l’impatto chirurgico ed estetico dell’intervento, consentendo al donatore un’immediata ripresa funzionale globale, assenza di dolore chirurgico e dimissione precoce per un re-inserimento rapido nella propria attività socio-lavorativa. Il donatore viene successivamente seguito a livello ambulatoriale. Questi aspetti sono di grande importanza soprattutto per il donatore, un soggetto sano che si sottopone ad un intervento chirurgico compiendo un gesto di grande generosità. Dopo oltre 430 interventi di chirurgia robotica, 1.150 trapianti da donatore deceduto, 16 da donatore vivente con tecnica tradizionale a cielo aperto al Centro Trapianti di Modena, abbiamo offerto questa nuova possibilità ai pazienti che si rivolgono al nostro centro".

"Aumentare il numero dei trapianti da donatore vivente è una delle sfide principali che impegnano la Rete trapiantologica italiana – spiega il direttore del Centro nazionale trapianti Massimo Cardillo – e ridurre il più possibile l’impatto del prelievo chirurgico sul donatore è un incentivo fondamentale per convincere sempre più persone a fare questa scelta. Oggi la donazione da vivente del rene o di una porzione del fegato è un’opzione sicura per chi dona ed estremamente efficace per chi riceve l’organo, con risultati molto positivi anche a grande distanza dal trapianto".

"Ancora una volta l’Emilia–Romagna può affermare di essere innovatrice e all’avanguardia –dice l’assessore regionale Raffaele Donini – attestandosi come uno dei pochi centri al mondo che eseguono il trapianto di emifegato da vivente con robot chirurgico".

"L’Azienda si impegna a sostenere le eccellenze con tutte le risorse di cui necessitano per esprimere performance di livello così alto – puntualizza il dg dell’AOU, Claudio Vagnini – In quest’ottica abbiamo dotato l’equipe del professor Di Benedetto della piattaforma robotica Da Vinci di ultima generazione per eseguire interventi ad altissima complessità, garantendo un approccio mini-invasivo come eseguito nel caso che riportiamo. Grazie a questi risultati e grazie a queste offerte chirurgiche di così elevato livello la nostra Azienda è diventata ormai un riferimento nazionale".