Policlinico, primo trapianto di rene robotico

La paziente, una donna di 60 anni, sta bene ed è stata dimessa. Il professor Di Benedetto: "La tecnologia migliora i risultati terapeutici"

Policlinico di Modena, primo trapianto di rene robotico

Policlinico di Modena, primo trapianto di rene robotico

di Valentina Reggiani

Il futuro della sanità parte dal nostro Policlinico. Per la prima volta è stato portato a termine con successo un trapianto di rene con tecnologia completamente robotica: la paziente è una donna di 60 anni, è in buona salute ed è stata dimessa. L’uso della tecnologia robotica, già fiore all’occhiello dei trattamenti oncologici nel nosocomio modenese, trova dunque un nuovo campo di applicazione nell’ambito della trapiantologia. A condurre l’intervento, l’equipe della chirurgia oncologica epatobiliopancreatica e dei trapianti di fegato diretta da Fabrizio Di Benedetto col supporto anestesiologico dell’anestesia e rianimazione 1 diretta dal professor Massimo Girardis. All’intervento ha collaborato infine l’equipe della nefrologia e dialisi diretta dal professor Gianni Cappelli.

La paziente è già stata dimessa dall’ospedale e il prelievo è stato svolto in maniera tradizionale, da cadavere, in un altro centro. "Siamo estremamente soddisfatti per l’applicazione di questa nuova tecnica e per il risultato raggiunto – afferma il professor Fabrizio Di Benedetto – l’uso della tecnologia acquisisce valore, contribuendo ad ottenere cure migliori e a raggiungere i risultati terapeutici necessari per il paziente. Desidero ringraziare tutto lo staff chirurgico che con la sua dedizione ha reso possibile il raggiungimento di questo traguardo". Ad intervenire anche l’assessore regionale alla sanità Raffaele Donini: "L’implementazione della tecnologia robotica a Modena è un progetto che abbiamo fortemente voluto, dotando l’Azienda ospedaliero universitaria di due piattaforme, una in ciascuno stabilimento, visto i volumi di pazienti ed il pregio dei programmi che sono stati portati avanti. L’applicazione nel campo dei trapianti è un fiore all’occhiello per la rete trapiantologica, che va ad arricchire le opportunità di cura per i pazienti che si rivolgono a noi: l’Emilia-Romagna è infatti una Regione che può offrire cure di altissimo livello e che ha sempre dimostrato grande ricettività nei confronti dei pazienti provenienti da ogni regione. La chirurgia dei trapianti di Modena sta dimostrando che l’investimento in questo campo è stato ben riposto, con gli ottimi risultati nel campo della donazione da vivente con tecnica robotica, ed oggi con questo nuovo traguardo che ci pone ai vertici della trapiantologia Italiana ed europea". Il dg Claudio Vagnini ha sottolineato come il trapianto sia una procedura complessa che dà la misura dell’efficienza di un’organizzazione e della sua capacità di fare squadra a tutti livelli". "La grande tradizione universitaria ed ospedaliera dei trapianti di rene – si è complimentato infine il Presidente della Facoltà di Medicina e Chirurgia di Unimore, professor Giorgio De Santis – a Modena oggi compie un ulteriore e fondamentale passo nel segno del progresso tecnologico". La tecnica robotica, grazie ai vantaggi della sua natura mini-invasiva, permette una più rapida ripresa funzionale grazie al ridotto impatto sulla parete addominale, che assume particolare importanza in pazienti con multiple patologie associate, come nel caso trattato a Modena. Il trapianto di rene robotico, inoltre, rappresenta un importante strategia nei pazienti obesi affetti da insufficienza renale con indicazione a trapianto.