Popolizio ’rilegge’ Miller: "Visceralità e furore"

Popolizio ’rilegge’ Miller: "Visceralità e furore"

Popolizio ’rilegge’ Miller: "Visceralità e furore"

Massimo Popolizio (in foto), grande interprete della scena contemporanea, sarà al teatro Storchi da stasera (20.30) a domenica, il 5 marzo, per dirigere e interpretare ’Uno sguardo dal ponte’, capolavoro di Arthur Miller. Il testo racconta una vicenda che impressionò fortemente l’autore, un fatto di cronaca nera accaduto nel 1955 a Brooklyn, nella comunità di immigrati dal Sud Italia che lavoravano al porto. Popolizio è uno di loro, Eddie Carbone che vive con la moglie Bea e la nipote diciottenne Caterina, per la quale nutre un affetto morboso di possesso e gelosia. Quando a Brooklyn sbarcheranno clandestinamente due cugini di Bea, Marco e Rodolfo, la serenità della famiglia andrà in frantumi. Tra Caterina e Rodolfo nasce l’amore, così mal tollerato da Eddie da spingerlo a denunciare i due clandestini. Rodolfo, ottenuta la libertà provvisoria, sposa Caterina, ma Marco, grida a Eddie tutto il suo disprezzo e lo sfida in una lotta furibonda che sarà fatale ad Eddie, proprio mentre i due giovani si avviano alla chiesa per la cerimonia nuziale.

Massimo Popolizio, il testo è stato adattato a film quali il colossal del 1962 diretto da Sidney Lumet con Raf Vallone, e a serie televisive. Lei lo porta a teatro, qual è la fascinazione che esercita?

"Il dramma, che affronto in maniera cinematografica, ci immerge in una mentalità, quella siciliana che conserva i legami atavici col profondo Sud. Eddie è l’incarnazione della visceralità con cui vivono i sentimenti certi uomini, quel furore comune a certe latitudini del mondo che portano in superficie aspetti violenti e pericolosi, solo sopìti, ma pronti ad emergere in gesti di anche di autolesionismo. Eddie muore per una passione impossibile. Dunque, oltre alla immedesimazione in quelle caratteristiche caratteriali, arcaiche e primitive, c’è poi l’aspetto antropologico dell’ambientazione tra i nativi italiani che creano una comunità chiusa tra i facchini del porto".

Ma il protagonista è considerato dalla comunità brava persona e gran lavoratore.

"Eddie in realtà è pieno di pregiudizi, come il ritenere gay e quindi da rifuggire, il nipote della moglie perché è biondo e sa cantare. E, ciò lo induce a ritenere che il matrimonio con la nipote sia di interesse, per ottenere la cittadinanza americana".

Il ponte del titolo cosa rappresenta?

"Nella mia ambientazione è un cavalcavia, uno spartiacque tra il mondo sotto, di mobili accatastati, pentole e gente che conserva il codice d’onore, e il mondo sopra con la modernità e la musica del tempo".

r.c.