"Potenziare le Usca anche nel post-Covid"

Ok alla mozione che sollecita il Comune a farsi portavoce con Ausl, Regione e Governo per un rafforzamento della sanità pubblica

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Dare "ulteriore impulso alla medicina territoriale", mantenendo attive le Unità speciali di continuità assistenziale (Usca) "anche quando la pandemia sarà terminata", e incentivare "l’integrazione delle stesse Usca con medici ospedalieri e operatori dei servizi sociali". È l’invito che rivolge al Comune l’ordine del giorno approvato dal Consiglio comunale di Modena e che sollecita l’Ente a farsi portavoce con Ausl, Regione e Governo anche per un potenziamento della sanità pubblica "utile nella risposta al Coronavirus, ma pure in prospettiva". Presentando il documento in aula, il consigliere Federico Trianni di Sinistra per Modena ha innanzi tutto citato "le insufficienze strutturali dimostrate dal Sistema sanitario nazionale" in conseguenza del Covid e le misure "di carattere temporaneo" attivate dal governo per gestire l’emergenza, tra cui appunto le Usca, che hanno l’obiettivo di consentire al medico di medicina generale, al pediatra di libera scelta o al medico di continuità assistenziale di garantire l’attività ordinaria. Inoltre, sottolineando il ruolo dei tamponi come elemento della strategia di contrasto al Covid, la mozione rileva anche "le difficoltà incontrate dalla sanità a Modena, così come in altri territori, nel processare un numero adeguato di test per la tempestiva diagnostica clinica e il tracciamento dei contatti".

Alla luce di queste premesse, l’ordine del giorno chiede ulteriori azioni anti-contagio, come il potenziamento delle Usca, "non in sostituzione dei medici di medicina generale ma complementari e coordinate con le altre figure sanitarie", lo sviluppo della campagna vaccinale e l’incremento dei tamponi effettuati sul territorio, compresi i "test antigenici rapidi in aree sensibili come scuole e comunità lavorative a rischio", col duplice obiettivo di monitorare l’immunizzazione e, nell’era post-Covid che verrà, "di prevenire le malattie infettive in generale". Inoltre, la mozione raccomanda di adeguare l’organico degli operatori e la dotazione di risorse informatiche della sanità pubblica. Aprendo il dibattito per Fratelli d’Italia – Popolo della famiglia, Antonio Baldini ha evidenziato il ruolo dei tamponi e quello delle Usca, "che svolgono un compito fondamentale, da potenziare, per evitare che si intasino gli ospedali", ma più in generale ha esortato nuovi interventi da parte del Governo affermando: "È inaccettabile che, a distanza di oltre un anno, siano attive misure ancora più restrittive e che il Paese si ritrovi ancora in emergenza sanitaria".

Per il Pd, Ferdinando Tripi si è detto d’accordo sul rafforzamento delle Usca anche al di là dell’emergenza Covid "nell’ottica di una medicina territoriale preventiva in accordo con la medicina di base". E ha posto la questione della copertura assicurata dai vaccini: "Se sarà necessario ripeterli, occorrerà un sistema che non che gravi sulle altre attività sanitarie non legate al Coronavirus". Tommaso Fasano ha concordato sul concetto di "sanità più vicina ai cittadini", che preveda il mantenimento delle Usca. Inoltre, "è giusta la scelta di potenziare anche le strutture sanitarie intermedie". Ha anche ricordato che "l’Amministrazione comunale ha investito su Casa della salute, Sert, Hospice". Il prossimo passo potrà essere "l’ospedale di comunità". Per Lega Modena, Giovanni Bertoldi ha osservato che "la lotta alla pandemia si basa sulla tempestività", con riferimento all’emendamento presentato. Dopo aver ricordato che "in Italia la mortalità degli ammalati di Coronavirus è tra le più elevate" e auspicando "che si migliorino le performance", ha messo l’accento sul sequenziamento genico che "permette di capire come circola il Covid e la presenza di varianti".