MARIA SILVIA CABRI
Cronaca

"Povertà 425 nuove famiglie chiedono aiuto"

Presentato il rapporto da Caritas, Porta Aperta e Recuperandia: "L’emergenza più grave in questo momento è la mancanza di alloggi"

I rappresentanti di Caritas diocesana, Porta Aperta e Recuperanda

I rappresentanti di Caritas diocesana, Porta Aperta e Recuperanda

Aumentano le ‘nuove famiglie’ che chiedono aiuto e le situazioni di ‘lavoro povero’, ma l’emergenza prioritaria resta quella abitativa. È stato presentato ieri mattina in Sala Duomo il ‘Rapporto dei progetti e delle attività per l’anno 2024’, frutto della collaborazione tra Caritas diocesana, Porta Aperta Carpi, Porta Aperta Mirandola, e Recuperandia. "A fronte di un numero sostanzialmente stabile di famiglie seguite – spiega Suor Maria Bottura, direttrice della Caritas diocesana – ve ne è uno importante che si approccia a noi per la prima volta: ben 425 su 1.086. Un dato che ci rassicura da un lato e ci preoccupa dall’altro: se molti nuclei evidentemente sono riusciti a rendersi autonomi, e non hanno più bisogno di noi, purtroppo ve ne sono molti altri che necessitano di un supporto".

Tre gli ambiti di intervento: lavoro, casa e alimentare: "Il lavoro – prosegue Suor Maria – è la radice di molti problemi non tanto perché non vi sia quanto perché spesso non garantisce un reddito sufficiente a fronte di un costo della vita sempre più alto e di un potere d’acquisto calante. Vi sono tanti lavoratori poveri che malgrado abbiano un’occupazione, non riescono a mantenere la famiglia e far fronte al tema casa. A ciò si aggiunge il problema pratico: molti non riescono a trovare case in affitto e i nuclei che acquistano possono permettersi soltanto immobili vecchi che necessitano di forti ristrutturazioni e dal dispendio energetico notevole il che peggiora il loro impoverimento". Per l’emergenza alimentare, Caritas interviene con l’emporio partecipativo Cinque Pani: "Nel 2024 sono state oltre 600 le famiglie che hanno usufruito delle schede prepagate per un valore impiegato che sfiora i 140mila euro". Anche Omar Sala, presidente Porta Aperta Carpi, ha sottolineato l’urgenza del problema ‘casa’: "Un terzo delle famiglie che si rivolge a noi è italiano, e solo la metà dei nostri utenti (576 i nuclei seguiti nel 2024, di cui 113 presi in carico per la prima volta) ha una casa stabile. Un fenomeno che sta emergendo è il tema della ‘coabitazione’: il 17% delle famiglie convive con altri nuclei e questo, come diceva Don Milani, è un indice di povertà. I redditi sono insufficienti per ottemperare a tutte le spese e persino acquistare il cibo e i beni di prima necessità diventa complesso ecco perché abbiamo deciso di aprire a tutti la nostra bottega Cibum, con 30/40 nuclei familiari al giorno". Un dato positivo evidenziato è dato invece dal numero dei volontari: a fronte di 1600 famiglie seguite, tra le due realtà carpigiane ci sono 400 persone che prestano servizio.

Maria Silvia Cabri