Primario aggredito a Modena, "Albicini spiò Tondi e la compagna"

L’interrogatorio del Gip all’uomo arrestato per l’aggressione del medico. L’avvocato: "E’ molto provato"

Daniele Albicini, 59 anni, al comando dei carabinieri. Il tecnico è stato arrestato mercoledì

Daniele Albicini, 59 anni, al comando dei carabinieri. Il tecnico è stato arrestato mercoledì

Modena, 16 dicembre 2016 - Comparirà stamattina alle 9 davanti al giudice Eleonora Pirillo per la convalida del fermo ed è probabile che si avvalga della facoltà di non rispondere. Il fascicolo dell’indagine per tentato omicidio premeditato e lesioni gravi, che ha portato l’altro ieri al fermo del 59enne di Palagano Daniele Albicini, ritenuto dai carabinieri l’autore dell’agguato con la soda caustica al cardiologo Stefano Tondi, è infatti molto corposo e i difensori dell’uomo, gli avvocati Silvia Silvestri e Vittorio Rossi, ne sono entrati in possesso da meno di 24 ore. «Il mio cliente è molto provato», non aggiunge altro l’avvocato Silvestri che probabilmente chiederà gli arresti domiciliari per Albicini, tecnico della Medicina del Lavoro di Sassuolo che, secondo gli investigatori, avrebbe agito per gelosia nei confronti dell’attuale compagna del dottore 64enne. Albicini e la donna, amici da vent’anni, avevano infatti avuto una storia poi interrotta dalla cinquantenne che gli ha preferito Tondi.

L’inchiesta - come ha puntualizzato il procuratore capo Lucia Musti che la coordina insieme al pm Enrico Stefani - non è affatto chiusa. Gli investigatori stanno cercando riscontri circa l’episodio del 3 novembre, quando Tondi venne avvicinato da un individuo davanti alla sua casa di Vignola che gli disse: ‘Mani in alto’. Il medico riuscì a correre in casa. Per gli inquirenti l’indivuo era Albicini che faceva le prove per l’aggressione ‘vera’, quella con la soda caustica avvenuta alla stessa ora ma una settimana dopo, il 10 novembre. I carabinieri stanno cercando prove e quindi analizzeranno le telecamere per verificare se la Ford Focus di Albicini sia transitata per le strade che collegano Vignola a Palagano anche la sera del 3 novembre, come del resto hanno fatto, con successo, per la serata del 10 quando la macchina del 59enne sarebbe stata filmata da un autovelox mentre andava verso l’Appennino mentre l’indagato aveva riferito di essere rimasto in casa quella sera. Era appunto la sera in cui è stato ferito Tondi.

Agli atti ci sono inoltre due episodi del 28 ottobre, due giorni dopo che la compagna di Tondi, caposala a Baggiovara, aveva comunicato al suo ex l’inizio della relazione col primario della Cardiologia dello stesso ospedale. Si tratta di due telefonate sull’utenza fissa dei Tondi, partite dal telefono di Albicini (o da un apparecchio a lui riconducibile) concluse quando è scattata la segreteria telefonica. E di un suo avvicinamento alla villa di Tondi a Vignola, corroborato dai tabulati telefonici. L’ipotesi è che il 59enne non abbia resistito alla tentazione di spiare il cardiologo e la donna. Si tratta di indizi che, sommati alla prova del Dna che inchioderebbe l’uomo (il suo profilo genetico corrisponde secondo il Ris di Parma al Dna isolato sul bastone di legno con cui Tondi è stato aggredito dopo essere stato accecato dalla soda caustica), costituiscono l’impianto accusatorio.

Un elemento importante è poi emerso dalla perquisizione nella casa di Costrignano di Palagano dell’indagato mercoledì mattina. I carabinieri del reparto operativo e del nucleo investigativo hanno trovato un borsone con vestiti e altri effetti personali. Insomma, una valigia pronta. Ciò suffraga il pericolo di fuga ipotizzato dai pm e alla base del fermo su cui dovrà esprimersi oggi il Gip in sede di convalida. Infine, ai militari resta da verificare se il fermato sia anche l’autore delle lettere anonime che screditano la figura di Tondi recapitate ai giornali e alla procura: sono in corso accertamenti sul computer del 59enne.