Aemilia, sequestrata la società dell’assassino di Cavaliere / VIDEO

Sarebbero emersi legami tra Pietro Ragazzo, arrestato per l’omicidio del socio, e la famiglia Sarcone

Il blitz dei militari ieri mattina

Il blitz dei militari ieri mattina

Modena, 23 giugno 2018 - La modalità con cui ha ucciso la sua vittima non è stata ritenuta vicina al ‘metodo mafioso’: si parlava piuttosto di un feroce accanimento legato ad antichi dissapori. Ma il collegamento tra Pietro Ragazzo, arrestato per l’omicidio del socio Raffaele Cavaliere e la famiglia Sarcone non può non essere ora confermato. Infatti ieri mattina i militari del Comando Provinciale Carabinieri di Modena, in collaborazione coi colleghi di Crotone, hanno dato esecuzione ad un provvedimento di sequestro emesso dalla Sezione Misure di Prevenzione del Tribunale di Reggio Emilia su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia di Bologna nei confronti dei fratelli Sarcone: Carmine, Nicolino, Giuseppe e Gianluigi (VIDEO1VIDEO2).

Parliamo di un sequestro di beni per 8 milioni di euro tra cui compare proprio la Edilpiù Srl di Pietro Ragazzo, situata in via Pergolesi. Il nome del presunto assassino, infatti, era spuntato in qualche intercettazione della Dda di Bologna che all’epoca, nel 2014, stava monitorando Carmine, fratello di Nicolino e Gianluigi, arrestati nel 2015 e imputati nel maxi processo Aemilia; finito in carcere a gennaio su esecuzione di un mandato emesso dalla Dda appunto. Lo stesso è indagato per associazione di tipo mafioso in quanto ritenuto elemento di vertice dell’associazione ‘ndranghetistica emiliana autonomamente attiva in Emilia, collegata alla cosca Grande Aracri di Cutro ed attuale reggente del gruppo Sarcone.

Le successive indagini, dirette dal Procuratore Distrettuale Giuseppe Amato e dai Sostituti Procuratori Marco Mescolini e Beatrice Ronchi, hanno consentito di far emergere la capacità del sodalizio criminale di realizzare una pervasiva infiltrazione del tessuto economico nazionale ed estero attraverso la costituzione di società attive nei settori edile e immobiliare, alcune delle quali fittiziamente intestate a prestanome. Tra queste, oltre ad altre situate in Romania, Bulgaria e Reggio Emilia proprio la Edilpiù di Ragazzo dove ieri mattina hanno fatto irruzione i militari di Modena, apponendo i sigilli. Per i pm il 50enne di Avellino - che su disposizione del Gip è rimasto in carcere - avrebbe avuto il ruolo di prestanome per i boss dell’ ‘Ndrangheta.

Gli uomini della mobile e della scientifica nelle ore successive all’arresto di Ragazzo, con l’accusa appunto di omicidio, sono stati a lungo nel suo appartamento, al primo piano di quello che era l’ex palazzone blu di via Pergolesi dove c’è anche la sede della sua società. La stessa è stata costituita dal 50enne, amministratore unico, nel 2015 ma di fatto è riconducibile ai Sarcone: nell’ordinanza si fa presente come durante l’intercettazione telefonica a Carmine, appunto, sia emerso chiaramente come la stessa fosse utilizzata per operare in subappalto nel cantiere di Ozzano e operata da Carmine Sarcone «con la consapevole collaborazione di Pietro Ragazzo, per operare illecitamente senza comparire all’esterno. Nell’ambito di tale strategia di intestazione fittizia, il Sarcone era sempre presente sul cantiere, con il ruolo di direttore tecnico».