Modena, profughi nell'ex asilo, struttura al limite. E doveva essere "provvisoria"

Viaggio nell'edificio di via Milano, che ora ospita 54 migranti: "Non c’è più posto"

Modena, profughi nell'ex asilo di via Milano (foto Fiocchi)

Modena, profughi nell'ex asilo di via Milano (foto Fiocchi)

Modena, 18 luglio 2017 - Continuano ad arrivare alla spicciolata; piccoli pellegrinaggi, oramai, di venti, trenta persone la settimana. Il fenomeno migrantipreoccupare seriamente anche chi gestisce l’accoglienza sul territorio, anche perchè gli affidamenti diretti da parte della prefettura sono continui e, soprattutto, quelle che dovevano essere sistemazioni provvisorie legate all’emergenza non risultano mai tali.

E’ il caso dell’ex asilo di via Milano, dove l’arrivo a sorpresa dei richiedenti asilo aveva sollevato diverse settimane fa le proteste dei residenti della zona e più di una perplessità anche da parte degli amministratori. Il responsabile della comunità Papa Giovanni (che gestisce la struttura), Enrico Malferrari, spiega come, a conti fatti e lavori finiti, l’ex asilo possa ospitare al massimo 45 persone. Eppure, pur essendo stata definita dalla prefettura appunto «soluzione provvisoria», i profughi all’interno sono 54, lo stesso numero di maggio, quando hanno fatto il loro ingresso nello stabile.

«Avevamo in progetto di calare – spiega il responsabile – e sei li avevamo trasferiti in appartamento. Però da Spilamberto ce ne hanno mandati altrettanti poichè il Comune non poteva accollarseli a quanto pare». Il sindaco di Spilamberto, Umberto Costantini, fa sapere che gli stranieri sono rimasti all’interno del centro giovani per due settimane ma che la sistemazione, d’accordo con la prefettura, era anche quella «provvisoria». Anzi, inizialmente l’accordo prevedeva due o tre giorni al massimo. Fatto sta che, alla fine, da Spilamberto sono stati mandati in via Milano e nell’ex asilo sono arrivati quattro egiziani (da capire come mai abbiamo presentato richiesta d’asilo), uno straniero del Ciad e un somalo.

«A breve dieci ragazzi saranno trasferiti però a San Prospero – sottolinea Malferrari – dove apriremo due appartamenti. Con la prefettura però siamo stati chiari: oltre questo numero noi non andiamo e altri appartamenti a disposizione, al momento, non ne abbiamo. Quindi non ne prendiamo neppure uno in più». La struttura risulta affollata ma decorosa, a onor del vero: sei bagni e cinque docce messe a nuovo e stanze comuni pulite e accoglienti. Nulla che faccia pensare quindi ad un edificio che presto sarà ‘abbandonato’ o, almeno, non nel breve periodo anche perchè la comunità all’interno di lavori ne ha fatti parecchi al fine di garantire agli stranieri un’accoglienza consona.

«Abbiamo dovuto assumere due persone che stiano qui giorno e notte – continua Malferrari – e il custode parla diverse lingue e dialetti». ‘Tutto esaurito’ anche all’Hotel Tiby dove sabato sono approdati una quindicina di richiedenti asilo, andandosi ad aggiungere ai 145 già presenti.