VALENTINA REGGIANI
Cronaca

Profughi, nessuna tregua : "Cerchiamo di aiutare tutti, ma la situazione è difficile"

Giorgia Bartoli della Coop L’Angolo: "Le presenze nelle strutture sono raddoppiate". Giorgio Dell’Amico di Caleidos: "Stiamo provando a resistere, non so cosa succederà".

Profughi, nessuna tregua : "Cerchiamo di aiutare tutti,  ma la situazione è difficile"
Profughi, nessuna tregua : "Cerchiamo di aiutare tutti, ma la situazione è difficile"

Il vaso è colmo. La politica, le forze dell’ordine, le cooperative stesse intervengono sull’arrivo quotidiano e ormai ingestibile di profughi, tra cui diversi minori non accompagnati (o presunti tali). Il Siulp sottolinea come lunedì mattina siano arrivati in questura 47 cittadini stranieri dell’Africa subsahariana, provenienti da Lampedusa, per l’assegnazione ai centri di accoglienza. "Nessuna polemica sulla scelta di portare queste persone a Modena, ma è giusto che i modenesi sappiano che tale scelta comporta un aggravio di lavoro importante per la Questura, già oberata da tantissima attività di polizia, significa sottrarre preziose energie alle attività tipiche per il territorio modenese", sottolinea il sindacato. Secondo l’assessora ai servizi sociali, Roberta Pinelli c’è un problema di mancata collaborazione con gli enti locali e fra gli enti locali. "Il carico, quando arriva agli estremi in cui sta arrivando a Modena, ci rende impossibile alloggiarli e fare le attività che consentirebbero una corretta inclusione".

Eppure ieri sono arrivati tanti altri richiedenti asilo in città e la situazione crea preoccupazione anche tra le cooperative, come spiega la coordinatrice della Coop L’angolo, Giorgia Bartoli. "Ad oggi ospitiamo 721 richiedenti asilo, molti dei quali all’interno dell’ex studentato Costellazioni – spiega – Le principali nazionalità sono Africa Subshariana, Costa d’Avorio, Nigeria ma ci sono anche tanti egiziani e tunisini oltre a pakistani e Bengalesi. Le presenze sono quasi raddoppiate: lo scorso anno erano circa 400. E’ vero che ci sono sempre nuove ‘uscite’ – sottolinea – perchè chi ottiene il permesso di soggiorno lascia la struttura ma gli arrivi sono molti di più. Sulla base della pressione delle nuove richieste – sottolinea ancora – la cooperativa sta individuando nuove strutture, che devono avere i requisiti richiesti dal bando della prefettura ma non dimentichiamoci che non è cosa semplice: l’emergenza abitativa riguarda tutti".

La coordinatrice spiega come la struttura sia molto ‘stressata’: "I nuovi arrivi richiedono attenzioni particolari, che necessitano risposte rapide: kit di igiene, pulizie, pasti, visite con lo screening sanitario e anche oggi (ieri, ndr) ci è stato chiesto di accoglierne altri dieci. La situazione, insomma, è difficile".

Tra gli ospiti delle Costellazioni anche una coppia di giovani camerunensi. Solo due giorni fa Djomeni Toukam Lyns Farelle ha dato alla luce una bimba. "Inizialmente eravamo andati in Tunisia – raccontano – ma ci hanno fatto lasciare il paese. Abbiamo cercato un posto che potesse tutelare la nostra bimba, che stava per nascere e abbiamo scelto l’Italia. Siamo rimasti su quella barca quattro giorni: eravamo oltre quaranta persone. Sono scappata dal Camerun – racconta ancora la giovane mamma – perchè mi avevano costretto a sposare un uomo che non conoscevo e che aveva altre quattro mogli. Qua, in Italia, mi sento a casa". Tre giovani Bengalesi, Chago, Soel, Asif hanno spiegato di aver rischiato la vita in mare. Sono arrivati alle Costellazioni lo scorso anno e ora tutti e tre lavorano, chi come lavapiatti, chi come rider. Tra le nuove arrivate, ieri, anche una 22enne della Nuova Guinea, ancora visibilmente disorientata. "Stiamo cercando di resistere – aggiunge Giorgio Dell’Amico della Caleidos – ma non vogliamo andare oltre i termini dei posti previsti in convenzione, ovvero 228 anche perchè non ci si sta con i costi. In passato c’erano meno arrivi e avevamo iniziato un piano di dismissione degli appartamenti ed oggi sarebbe difficile rimetterci a cercare immobili: le tariffe economiche sono impossibili. Inoltre – conclude – in passato il progetto finiva quando il richiedente asilo chiedeva protezione e otteneva il permesso di soggiorno elettronico. Adesso la circolare di un mese e mezzo fa dice che il progetto termina con la protezione, anche se non hanno ancora un titolo di permesso di soggiorno. Quindi di fatto non possono né lavorare ne’ ottenere una casa e finiscono per strada. E’ una situazione pesante".