Immigrazione Modena, Emmanuel. "Se torno al mio paese rischio di essere ucciso"

"Sono profugo senza diritti"

La storia di Emmanuel

La storia di Emmanuel

Modena, 17 dicembre 2018 - "Ho preso un avvocato e presenterò ricorso perchè se Salvini mi rimanda indietro finirò per morire accanto a mia figlia. Oppure uccideranno lei. Piuttosto ammazzatemi qua".

Mentre la politica si scalda e si interroga sulla legge Savini, che di fatto abroga il permesso di soggiorno per motivi umanitari, sostituendolo con ‘permessi speciali’, i Comuni tra cui quello modenese temono ripercussioni pesanti e la presenza di sempre più clandestini sulla strada. Ma ora a fare appello al vice premier sono i diretti interesati, tra cui il giovane Emmanuel Kouakou, originario della Costa D’Avorio. Al richiedente asilo la commissione ha di recente rifiutato la richiesta di permesso di soggiorno per motivi umanitari ma lo straniero avverte: «Sono cristiano, mi sono innamorato di una donna musulmana e mi hanno promesso di ammazzarmi o uccidere la mia bambina se rimetto piede nel mio paese d’origine».

Da quanto tempo è in Italia?

«Sono sbarcato in Sicilia a febbraio 2016 e dopo due settimane a Bologna sono stato inserito nel percorso d’accoglienza a Modena, con la Caleidos. Attualmente vivo in uno degli appartamenti messi a disposizione dal progetto, a Sorbara, ma risultando clandestino dovrò lasciarlo».

Ha lavorato nel frattempo?

«Mi sono dato da fare in tutti i modi; aiutando anziani bisognosi e collaborando con un ristorante della bassa, gestito da persone disabili. Ora ho chiesto alla protezione civile di Bomporto di poter collaborare; insomma, non rappresento un peso per il paese ma, a quanto pare, qui il presidente è Salvini per questo lo invito a riflettere e a dare una possibilità a chi se la merita».

Secondo le nuove disposizioni lo Sprar continuerà ad esistere per rifugiati e minori non accompagnati e non per richiedenti asilo. Lei come mai ha chiesto asilo al nostro paese?

«Perchè sono cristiano e in Costa D’Avorio rappresentiamo una minoranza . Ho 35 anni e ho avuto il primo figlio nel 2010 ma mia moglie mi ha lasciato. Nel 2012 ho conosciuto un’altra donna di cui mi sono innamorato e abbiamo iniziato una relazione; il problema è che, però, è musulmana».

E’ stata questa la motivazione del tuo allontanamento?

«E’ così: volevano uccidermi. Tutto è nato quando le ho chiesto di sposarmi: la sua famiglia lo ha saputo e mi hanno impedito inizialmente di vederla. Poi, nel 2011, è arrivata la guerra e il partito musulmano aveva il predominio anche perchè i cristiani in costa d’Avorio sono pochissimi. Purtroppo suo zio era ministro; una persona potente e ha mandato tre persone a picchiarmi. Sono rimasto giorni e giorni in ospedale e la mia casa è stata distrutta».

Poi cosa è accaduto?

«La mia fidanzata ha rifiutato di sposare un altro uomo, spiegando di essere innamorata di me e di aver intenzione di sposarmi. Hanno ripreso a pereguitarmi, fino a che un mio amico non mi ha avvisato che la stessa notte mi avrebbero ucciso. Era il 2015 e avevano organizzato una spedizione. A quel punto ho portato la mia bambina alla madre e sono scappato. Perchè avevano pure minacciato di uccidere mia figlia».

Quindi ti sei messo in viaggio….

«Alle quattro del mattino loro hanno fatto irruzione in casa mia. Io ero uscito da poco. Ho raggiunto con grande fatica la Libia e ho iniziato a lavorare sodo ma non era possibile inviare soldi nel mio paese, per mantenere la bambina.

Ecco perchè ho deciso, pur non essendone convinto, di raggiungere l’Italia e così ho fatto».

Da quel momento è iniziato il tuo percorso come richiedente asilo…

«E così, ma tre mesi fa la commissione ha rifiutato la mia richiesta, sostenendo come non ci fossero prove sull’eventuale rischio di morte nel mio paese. Ora mi sono rivolto ad un legale ma sicuramente questa nuova legge mi impedirà di Restare in Italia. Se mi rispediscono in Costa D’Avorio Salvini avrà sulla coscienza la mia morte e forse anche quella della mia bambina che ha appena compiuto undici anni».