"Progetto Ago, manca ancora il contenuto"

Le critiche di Fratelli d’Italia nel dibattito in Consiglio. Muzzarelli: "No, è un disegno dotato di visione, con al centro la rigenerazione"

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C’è chi immagina, scherzando ma non si sa, per il futuro di Ago "piramidi in stile Louvre" (Giovanni Bertoldi, Lega). C’è chi ricorda "che vaghiamo nella fluidità visto che nel preambolo si parla di differenza di genere" (Elisa Rossini, FdI). E c’è chi ricorda, il sindaco Muzzarelli, che "il nostro futuro è un futuro di progresso, si mettano tranquilli i conservatori della città. Questo progetto presenta una visione, è un disegno attrattivo con al centro la rigenerazione e presto ci occuperemo anche della piazza antistante". Ieri in consiglio comunale si è svolto un lungo dibattito relativo alla nascita della fondazione di partecipazione "Ago - Fabbriche culturali" che unirà Fondazione di Modena, Comune e Unimore nella gestione dell’ex ospedale Sant’Agostino una volta completato il restauro. Un paio d’ore di dibattito con interventi pensosi e altri più leggeri, di condivisioni e avversione sul luogo che ospiterà FMAV, centro didattico FEM, il rinnovato museo della figurina, centro di digitalizzazione DHMoRe, attività di ristorazione e di residenza per studio. Aveva aperto il dibattito sulla costituzione della nuova fondazione - approvata dal consiglio - l’assessore alla cultura Andrea Bortolamasi. Ha spiegato l’esponente Pd: "Abbiamo scelto per il Sant’Agostino il termine Ago con il significato di ricucire e riconnettere la comunità attraverso la cultura: riannodare i fili dopo la pandemia è fondamentale. Altrove le fondazioni ex bancarie legittimamente hanno le loro società strumentali, poi la pensiamo diversamente qui perché così c’è un maggiore e più solido investimento su saperi, competenze, economie in una logica di collaborazione".

In precedenza il consigliere Elena Rossini aveva detto nell’aula: "Intanto ho un dubbio che tale fondazione sia compatibile con il terzo settore, inoltre non c’è chiarezza su quel che ci sarà nell’ex ospedale, un luogo intitolato a Sant’Agostino di cui nel nome si perde ogni memoria a conferma che non si parla delle radici, del nostro fondamentale passato. Questo dicono le linee guida dello statuto, per cui manca una identità precisa anche se il luogo diverrà un bel contenitore". Ricordiamo che del restauro del Sant’Agostino si parla ormai da 15 anni, da quel lontano 2007 quando l’allora vicepremier Francesco Rutelli venne a Modena a dire che la riqualificazione era cosa fatta. Poi arrivò, scelto su "consiglio" alla fondazione di una commissione di esperti, il progetto Gae Aulenti e Consorzio Leonardo (la fondazione poi ne ha assunto il presidente, Giuseppe Iadarola) con due alte torri per ospitare le biblioteche. Ma problemi e inciampi legali, con le battaglie di Italia Nostra e degli Amici di Sant’Agostino, hanno praticamente cassato quel disegno. Al suo posto, negli ultimi anni, la fondazione di Modena presieduta da Paolo Cavicchioli ha portato al progetto con copertura a origami e largo giardino sospeso. Appuntamento al 2026-27, costo 60 milioni di euro.

Stefano Luppi