Pronto soccorso, anziano un paziente su due

La direttrice Chiara Pesci: «Il 43% di chi si presenta ha più di 70 anni. E il 70% degli accessi non sono considerati gravi»

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Più della metà rientra nei codici verdi e il 43% ha più di settant’anni.

Questo l’identikit degli utenti che ogni giorno affollano il pronto soccorso dell’ospedale Ramazzini, un presidio che ha raggiunto 47mila accessi all’anno, gli stessi numeri dell’ospedale di Baggiovara. I tempi di attesa? «In linea con i dati nazionali: poco più di un’ora per i codici verdi» spiega la dottoressa Chiara Pesci, dal 2017 dirigente del reparto.

Il Pronto soccorso del Ramazzini registra gli stessi accessi di Baggiovara: cosa significa?

«I dati non si possono paragonare: ad esempio noi non vediamo i traumi e gli ictus maggiori che vengono centralizzati a Baggiovara. E la nostra utenza corrisponde alla popolazione carpigiana: ha un’età media alta».

Ci spieghi meglio

«Almeno una persona su due ha più di settant’anni, nel 2019 abbiamo avuto al pronto soccorso più di mille ultranovantenni e 18 ultracentenari di cui uno di 105 anni. Circa il 60-70% del totale accessi sono codici verdi».

Come si traducono i dati? Molti anziani codici verdi sono accessi impropri?

«I nostri dati sui codici verdi sono in linea con quelli nazionali. Si sono ridotti molto i codici bianchi, pari a circa il 3%, grazie anche al lavoro di MediTem, la cooperativa dei medici di famiglia. A Carpi i codici rossi sono molto pochi, circa il 3-4%, perchè la maggior parte viene centralizzata».

Quanto tempo, in media, un utente deve attendere prima di essere visitato al ps?

«Anche qui siamo in linea con i dati nazionali: un pò più di un’ora per i codici verdi, restiamo appena sotto l’ora per i codici gialli. Abbiamo migliorato molto il servizio grazie ai fast track, i corridoi veloci: i pazienti codici verdi vengono valutati in percorsi monospecialistici quali otorino, oculistico, ortopedico, pediatrico e ginecologico. Vengono mandati subito dallo specialista e così non devono tornare da noi».

Sul fronte sicurezza, recentemente avete dovuto sedare una rissa al triage e gli operatori rischiano ogni giorno. Servono misure speciali?

«I nostri operatori frequentano corsi specifici sulla gestione di queste situazioni: la sera in cui stava per scoppiare una rissa è stata un’operatrice a mettersi tra i due gruppi. Le guardie giurate e le forze dell’ordine sono sempre disponibili ma l’Ausl sta anche effettuando sopralluoghi per implementare la videosorveglianza».

Silvia Saracino