Seta, l'ira degli autisti non si placa: "Turni non-stop e clima di paura"

Nuova mobilitazione dopo l'esposto: "Atteggiamento vessatorio, 500 richiami all’anno"

Gli autisti in presidio davanti a Seta

Gli autisti in presidio davanti a Seta

Modena, 17 marzo 2018 - Sono due le immagini che raccontano meglio di tutte la protesta degli autisti Seta, ieri per l’ennesima volta in presidio davanti alla sede dell’azienda. La prima riguarda un lavoratore che ci mostra uno dei suoi turni–tipo che inizia la mattina e termina la sera; la seconda sono le decine e decine di matricole identificative dei dipendenti affisse in bacheca sindacale, che corrispondono ognuna a un richiamo disciplinare. La protesta organizzata dalle sigle Fit-Cisl, Uiltrasporti, Faisa-Cisal e Ugl-Fna (manca la Cgil) arriva sulla scia dell’esposto inoltrato nei giorni scorsi a Procura, Prefettura, Ispettorato territoriale del lavoro, componenti del cda di Seta, assessore alla Mobilità Gabriele Giacobazzi e Tper. Al centro della denuncia l’imposizione «del lavoro straordinario, minacciando sanzioni disciplinari per chi non ottemperi a tale richiesta ed effettivamente irrogando le stesse, sistematicamente».

I confronto sull’armonizzazione dei contratti nei tre bacini serviti da Seta è fermo al palo e la vertenza si è trasformata in un plebiscito contro il presidente Vanni Bulgarelli. «Da quando è arrivato lui alla guida di Seta - confidano i lavoratori in presidio – è cambiato tutto e non c’è più nessun tipo di confronto. Ci sarà un motivo se persone che in quasi vent’anni di servizio non si erano mai lamentate, ora sono un giorno sì e l’altro pure in strada a protestare: così non si può andare avanti. Un tempo agli straordinari non si diceva mai di ‘no’ perché c’era un senso di appartenenza, ora al contrario c’è una vera e propria imposizione e non possiamo più accettarlo».

«Con l'esposto – dice Giuseppe Scarpitta dell’Ugl - abbiamo voluto mettere tutti a conoscenza della condotta illegittima di Seta. Siamo in una fase in cui si sta mettendo a rischio la sicurezza del servizio. C’è chi si fa anche 11/12 ore di guida al giorno. Cosa vogliamo fare? Aspettare che capiti un incidente per colpa della stanchezza e si faccia male qualcuno a bordo?». Un autista mostra il prospetto di uno dei turni della scorsa settimana. «Vede? Ho attaccato alle 5.40 e staccato alle 13.40. Poi come se non bastasse, dopo lo stacco del pranzo, hanno aggiunto uno straordinario che mi ha fatto concludere la corsa alle 20.40. In pratica sono uscito di casa alle 4.30 e rientrato alle 21... ma che vita è? Per noi lavoratori sta diventando impossibile conciliare i tempi della famiglia col lavoro, specialmente perché gli orari vengono modificati dalla sera al mattino». Non contesta il concetto di straordinario ma la metodologia di applicazione, Maurizio Denitto della Fit-Cisl: «Quello di Seta è un comportamento vessatorio. Se uno non accetta viene punito». A prova di ciò – spiega un altro autista che ci mostra le matricole affisse in bacheca sindacale – «i lavoratori colpiti dai richiami sono ormai 500 in un anno, quando anni fa si arrivava a malapena a 150». Origine di tutti i ‘mali’, secondo i lavoratori, resta la carenza cronica di personale: «Su circa 400 turni giornalieri in tutto il bacino mancano almeno 70 autisti per garantire un buon servizio e a poco servono le nuove assunzioni tanto sbandierate da Seta».

E l’accusa di Bulgarelli sulle troppe malattie? Il presidio risponde in coro: «Sono dati che non tengono conto dei permessi. Poi il presidente lo sa che esistono i picchi di influenza e che a Modena siamo più numerosi che a Reggio e Piacenza? ».