Proteste al liceo Fanti: "Studenti al freddo"

Alcuni genitori hanno ritirato i figli a metà mattina: "Tremavano". La preside: "Già sei controlli, il riscaldamento è regolarmente acceso"

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"Sono dovuta andare a prendere mia figlia a metà mattina perché tremava dal freddo e arrivata a scuola ho incontrato altri tre genitori che erano lì per la stessa ragione. Nella motivazione per l’uscita anticipata ho scritto: ‘assenza del riscaldamento’". Secondo le lamentele di un nutrito gruppo di genitori, nelle aule del liceo Fanti i ragazzi ’congelano’, a tal punto che sono costretti a farli tornare a casa in anticipo o a munirli di "una coperta foderata con pelo ecologico, così almeno mia figlia sta più calda durante le ore di lezione". Le chat dei genitori sono incandescenti, le testimonianze si moltiplicano e riguardano più sezioni, dalla prima alla quinta: "Nella classe di mio figlio hanno messo un termosifone portatile: alcuni genitori hanno lanciato l’idea di fare una raccolta fondi per comprare altri, stiamo raccogliendo le adesioni". Già verso la fine di novembre le famiglie si erano attivate, manifestando la loro preoccupazione in parecchie mail di segnalazione alla dirigente scolastica. "La preside Barbi ci ha risposto con una comunicazione collettiva – racconta una madre – e la situazione era migliorata. Ma stamattina (ieri per chi legge, ndr) le temperature delle aule erano davvero troppo basse. Mia figlia aveva le punta delle dita viola. Durante la ricreazione, nel prendere la merenda, i ragazzi tremavano dal freddo. La dirigente, nella sua comunicazione, ha scritto ‘indossate abiti caldi!’, i nostri figli hanno maglioni e giacche pesanti, ma non è possibile stare a scuola vestiti così, poi, specie per certe materie (come l’arte, la ginnastica), non hanno libertà di movimento. Sono contenti quando hanno il turno al Vallauri perché là dicono che sono più al caldo". "Concordiamo sulla necessità del risparmio energetico – prosegue un padre – e sul fatto che negli edifici pubblici si debbano mantenere i 19 gradi più i due gradi di tolleranza. Ecco, in giornate così fredde, specie nelle classi più esposte o che hanno il riscaldamento a pavimento, a tutela dei ragazzi devono essere prese in considerazione temperature maggiori, anche in deroga al risparmio energetico, per consentire un ambiente vivibile. Altrimenti quello che si risparmia a scuola, si spende in intasamento del Pronto soccorso o degli ambulatori del Medici di medicina generale perché ci si ammala".

"Come ho già detto a fine novembre – interviene la dirigente del Fanti, Alda Barbi – la scuola non ha alcuna possibilità di accendere, spegnere o intervenire in nessuna maniera sui radiatori, tant’è che se dobbiamo prolungare l’apertura dobbiamo scrivere all’ente proprietario per avere i termosifoni accesi. Ci siamo confrontati con la Provincia che per sei volte ha mandato dei tecnici i quali hanno rilevato che la temperatura è di 19 gradi e anche superiore in alcune aule. L’immobile è ‘datato’, per cui l’isolamento lascia a desiderare. Per questo motivo ci sono aule più fredde, a prescindere dal riscaldamento acceso, ma questo non si può cambiare, il riscaldamento è centralizzato.

La Provincia ha cambiato tutti gli infissi nell’ala ‘vecchia’, e a qualcosa serve. La scuola sta facendo tutto quello che è necessario fare, tutto è sotto controllo. Siamo in inverno e le temperature scendono: piuttosto come ho già detto, gli studenti amano ‘vestirsi poco’, ma ora servono maglie pesanti e magari uno scialle di lana da mettersi sulle spalle, come faccio io e funziona. In ogni caso – conclude la preside – invito gli studenti a venire in presidenza a segnalare le aule in cui fa freddo: la mia porta è sempre aperta".

Maria Silvia Cabri