
"Ma perché tutte le case qui intorno, ben più vecchie delle nostre, sono in ottime condizioni mentre nelle palazzine in cui viviamo la situazione a pochi anni dalla costruzione è terribile? Abbiamo segnalato che serve manutenzione". Alcuni residenti di via Gerosa e via Forghieri – zona Sacca, a pochi metri dal piccolo parco Vittime di Utoya e dall’ex Pro Latte – hanno deciso di illustrare la situazione chiedendo se non sia il caso di intervenire. Le case in questione sono state realizzate attraverso una serie di interventi pubblici gestiti da Acer, l’Azienda casa Emilia Romagna della Provincia di Modena, Comune di Modena attraverso la sua società urbanistica CambiaMO, Regione e società edili incaricate mentre alcune di queste palazzine sono state erette grazie al contributo pubblico regionale attraverso i programmi ’Riqualificazione urbana di Modena’ e ’Contratti di Quartiere II’. Gli edifici di via Gerosa sono amministrati da Acer stessa e tutte le residenze sono ad affitto agevolato. Osservando gli intonaci all’esterno – ma anche all’interno la situazione non è idilliaca – si notano praticamente su tutte le facciate segni molto evidenti di umidità, vere e proprie chiazze nere su muri che sono stati eretti meno di vent’anni fa e che già presentano evidenti zone ammalorate anche sui balconi. Situazione forse ancora peggiore in via Forghieri, dove nell’edificio che al piano terra presenta la sede di Coldiretti, le zone nere sulla facciata sono talmente evidenti dal far pensare a un incendio. "Nessun incendio – spiega una signora affacciata all’ultimo piano – queste case nuove hanno evidentemente muri che non sopportano l’umidità". Da tenere presente che l’edificio della signora, ai civici 27-61 di via Forghieri appunto, è anch’esso stato costruito 5-6 anni fa in edilizia residenziale sociale (Ers). Gli appartamenti al civico 19, ad esempio, sono disposti su quattro piani e sono realizzati – si disse al momento della inaugurazione con le autorità cittadine e regionali – con particolare "attenzione all’efficienza energetica (classe A4), con impianto di riscaldamento alimentato dal sistema di teleriscaldamento comunale, impianto solare per la produzione di acqua calda sanitaria e impianto fotovoltaico". Anche in via Gerosa ci si lamenta. "Io abito qui da una decina di anni – spiega la signora Lean – e devo dire che l’appartamento al civico 80 ha problemi sia esterni che interni". Della stessa opinione il signor Emilio che abita al civico 70: "Io sono qui da 6 anni. Vedete anche voi come sono i muri esterni. Lo abbiamo detto ma non succede nulla". Incontriamo sul marciapiede anche la signora Caterina Parenti, anziana che abita al civico 100: "Questi appartamenti hanno il cappotto, certo, ma la loro condizione è lo stesso complicata. Anche il giardino sul retro, che è pubblico, viene curato solo da noi e non dal Comune. C’erano molte piante, ma purtroppo sono morte". Un residente attivo nel comitato Sacca, Camillo Po, termina: "A pochi metri da qui, in via Canaletto, ci sono le case popolari costruite con la legge Fanfani negli anni ’60 e oggi sono considerate quasi di lusso, perché vennero fatte nel modo giusto con i materiali giusti. Occorre capire che se le persone vivono in case sane, direi belle, anche la loro vita migliora e si è più orgogliosi della propria città. Questa zona peraltro prevede finanziamenti da milioni di euro nell’ambito del ‘Pinqua - qualità dell’abitare’ a pochi metri da qui, vicino all’Esselunga, dove le palazzine nasceranno immerse in una situazione caotica tra parcheggi, ferrovia, cemento. Si vivrà bene lì?".
Stefano Luppi