Provincia, Tomei a fine corsa: Paradisi in pole

A fine mese scade il mandato. In ’gara’ anche Braglia di Palagano per riequilibrare al centro dopo l’elezione a Roma di Vaccari e Rando

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di Gianpaolo Annese

Gian Domenico Tomei a fine ottobre lascerà la presidenza della Provincia e dovrà rinunciare al terzo mandato. Via libera dunque alle candidature dei sindaci in vista delle elezioni in programma presumibilmente il 28 gennaio. Nel frattempo Tomei, che comunque avrebbe gradito proseguire per altri cinque anni, chiuderà con due appuntamenti a cui teneva molto: l’inaugurazione e l’apertura al transito del penultimo tratto di Pedemontana e l’avvio del cantiere dell’ultimo segmento fino a Solignano, e l’inaugurazione della Caldaia ai idrogeno a Carpi. Dopodiché partirà il ‘rompete le righe’.

Ma chi eleggerà il nuovo presidente della Provincia? Intanto occorre far presente che si tratta di una carica ambita da sempre per i poteri e i finanziamenti che si possono gestire su territorio, infrastrutture, scuola. E tuttavia il prossimo (o la prossima) sindaco che salirà a viale Martiri avrà in più un riconoscimento economico non indifferente: percepirà a partire dal 2024 un compenso di 11mila euro mensili (per il cambio di normativa che riguarda anche gli amministratori comunali). A esprimere il voto sono i sindaci dei 47 Comuni oltre ai consiglieri comunali in proporzione al numero di abitanti, in tutto 700 elettori. È scontato che il nuovo presidente sarà di nuovo espressione del centrosinistra visto il colore politico della maggior parte dei municipi. E Modena fa la voce grossa, nel senso che pesa per praticamente il 25 per cento dei consensi: ecco perché è risaputo che il nominativo dovrà avere la ‘benedizione’ di Muzzarelli.

In corsa potenzialmente sono rimasti in sei. Vale a dire i sindaci che come dice la normativa hanno davanti a sé almeno ancora 18 mesi di consigliatura (Tomei non può ripresentarsi visto che a Polinago si vota nel 2023): toccherebbe dunque ai primi cittadini di Bomporto, Castelnuovo, Finale, Palagano, Vignola, Sestola. Tania Meschiari di Bomporto, Claudio Poletti Poletti di Finale e Fabio Magnani di Sestola però sono al primo mandato, non hanno ancora quella ampia rete di rapporti con le altre amministrazioni che per l’incarico risulta fondamentale. Mentre Emilia Muratori di Vignola queste caratteristiche le avrebbe, ma adesso è stata eletta presidente dell’Unione. I massimi indiziati restano così Massimo Paradisi di Castelnuovo e Fabio Braglia di Palagano. Il primo è il volto nuovo del centrosinistra, in molti nel Pd lo indicano come l’astro nascente su cui investire per il futuro. Dovrà vedersela però verosimilmente con Braglia, che nel suo arco ha due frecce: rappresenterebbe come Tomei i Comuni dell’Appennino, che hanno oggettivamente bisogno di visibilità e sostegno, e sul piano politico equilibrerebbe il bilancino delle cariche elettive interne: se in Parlamento ci sono andati due ex Ds come Vaccari e Rando, se nelle partecipate dei Comuni si è accomodata meglio la sinistra, è giusto, è il ragionamento, che almeno la Provincia viri un po’ più sul bianco, un po’ più sul centro. Altrimenti suonerebbe come una picconata al pluralismo nel partito.