«Punti nascita, la Regione non ha fatto nulla per impederne la chiusura»

L’affondo di Pasquali (Forza Italia) contro Bonaccini che sta accelerando la riapertura

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«A pochi giorni dal voto, il presidente della Regione Stefano Bonaccini ha dichiarato che avvierà immediatamente le procedure per riaprire i Punti nascita in montagna accusando il precedente Governo di non avere fatto nulla. Mi chiedo, invece, cosa abbia fatto per impedirne la chiusura dall’entrata in vigore del decreto ministeriale dell’11 novembre 2015, normativa che dà la possibilità di tenere aperti i Punti nascita con volumi di attività inferiore a 500 parti annui, in deroga a quanto stabilito dall’accordo Stato Regioni del 16 dicembre 2010. Avrebbe potuto cogliere l’occasione per adeguarli agli standard operativi, tecnologici e di sicurezza previsti dall’Accordo Stato e Regioni e solo successivamente presentare la richiesta di deroga al Ministero: ne avrebbe avuto tutto il tempo, dal novembre 2015 a settembre 2017». Sono parole di Paola G. Pasquali, candidata consigliere regionale per Forza Italia per la montagna, che aggiunge: «I Punti nascita sono stati mantenuti insicuri anche quando potevano essere adeguati e, nel caso di Pavullo, la Regione si è addirittura adoperata per sottolinearne la pericolosità dirottando così la maggior parte delle partorienti a Sassuolo». Inoltre, accusa, Pasquali «la Regione è rimasta indifferente alle oltre 5000 firme raccolte in pochi giorni e alle fiaccolate organizzate dai Comitati per protestare contro la chiusura del Punto nascita. La riapertura del Punto nascita di Pavullo è il primo punto del programma di FI per la montagna».

La riapertura dei Punti nascita resta dunque al centro del dibattito elettorale. Dal canto suo, alle polemiche, nei giorni scorsi Bonaccini ha detto che risponde con i fatti convocando già per il 23 il sindaco di Pavullo per avviare l’iter della riapertura.